Pdl: rottura con la Lega, si ricuce con Pd e Terzo Polo

Si consuma la frattura tra Lega e Pdl, con il senatur che ufficializza. "La Lega andrà da sola alle elezioni amministrative. Se ci sarà un’eccezione deciderò io. Meglio soli che male accompagnati". Così Bossi "liquida la richiesta di alleanza alle elezioni di primavera lanciata sabato dal leader del Pdl, Angelino Alfano" riporta REPUBBLICA. Ma ne ha per tutti: "Il Senatu’r lancia l’affondo: ‘Berlusconi mi fa pena, va a votare il contrario di quello che faceva fino a qualche mese fa. Gioca anche con le parole, il leader padano: ‘Se Monti fosse qui canterebbe ‘recessione". Il presidente del Consiglio, ovviamente, è il grande nemico: ‘Monti è un dramma, risponde solo alle richieste dell’Europa e delle banche’. Un giovane padano gli mostra una foto del sindaco di Verona Flavio Tosi, ritoccata e con la scritta ‘traditore’. E il Senatu’r lancia il suo anatema: ‘Se fa una sua lista, Tosi si mette automaticamente fuori dalla Lega. Ma non penso che finirà così – aggiunge – credo che verrà a trattare. Non gli voglio male, ma se si mette a dire cose contrarie al programma della Lega, non va bene’".

Sembra invece ricucirsi il rapporto tra Pdl, Pd e Terzo Polo, dopo le tensioni della scorsa settimana. Scrive LA STAMPA: "Un vertice dei segretari potrebbe tenersi intorno a meta’ settimana. Potrebbe (al condizionale) perche’ ne stanno discutendo. E la discussione verte proprio sull’opportunita’ di riunire tutti quanti intorno a un tavolo, o invece procedere attraverso incontri ‘bilaterali’ tra il presidente del Consiglio e ciascuno dei leader politici. La questione non si porrebbe se mercoledi’ scorso Alfano avesse preso parte al summit convocato chez Monti a Palazzo Chigi. (à) La difficolta’ maggiore riguarda proprio il Pdl. Avendo fatto saltare l’appuntamento della settimana scorsa, Alfano non puo’ dare l’impressione di tornare sui suoi passi. Casomai Bersani sollevasse il problema (e come potrebbe non sollevarlo?), Angelino sarebbe obbligato a rispondergli bruscamente, con il risultato di trasformare la riappacificazione in una rissa. Ragion per cui sono proprio le ‘colombe’ del Pdl, i sostenitori del governo a suggerire che si eviti la tavolata, anzi il Professore proceda senz’altro con la formula dei colloqui a due, nei quali si puo’ parlare tranquillamente di tutto, tabu’ inclusi. Il nodo verra’ sciolto tra oggi e domani.

Il CORRIERE DELLA SERA intervista il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, che dice: "’Ho sempre espresso solo stima per Alfano, ma aver mandato all’aria il vertice con una scusa palese mi fa pensare ad una nevrosi da campagna elettorale che non mi scandalizza ma che non portera’ da nessuna parte’". E ancora: "’Ma cosa dovrei rispondere quando ci si appella all’unita’ dei moderati e insieme si fa il richiamo nostalgico al rapporto con la Lega?
E soprattutto, che compatibilita’ c’e’ tra la richiesta di ritrovarci in un luogo comune e il contestuale indebolimento dell’appoggio al governo? Non sono gli slogan a contare, ma quale politica produce l’unione dei moderati in Italia.
Perche’, a parole, anche Berlusconi dal predellino fece appello ai moderati, ma quella scelta segno’ solo una radicalizzazione dannosa’. Crede che l’uscita di Berlusconi sul ‘quid’ mancante ad Alfano abbia inciso? E lei che pensa di Alfano? ‘Che ha ‘quid’ da vendere, ma il problema e’ il tipo di politica che si mette in campo. Se si pensa che il centrodestra italiano che ha governato in questi anni abbia fatto un buon lavoro e non ci sia nulla da cambiare, allora le nostre strade ú quid o non quid ú non si incontreranno mai’. (à) Sarebbe bene dunque tornare ai vertici dei segretari? ‘Per me decide Monti: scelga lui cosa e’ meglio ú bilaterali, vertici con tutti ú e io rispondero’ ‘obbedisco’.
Certo non c’e’ dubbio che un governo che non puo’ riunire la sua maggioranza e che non puo’ permettersi di parlare di alcuni argomenti e’ piu’ debole’. Cioe’ anche Monti dovrebbe prendersi le proprie responsabilita’ e convocare i partiti?
‘I consigli a Monti li do in privato, non in pubblico…’".