Monti: subito norme anti-corruzione. Tensioni fra partiti

Due giorni prima del vertice con i partiti della maggioranza il premier Mario Monti fa sapere quali saranno i temi all’ordine del giorno. Scrive il Corsera: "Si discuterà di giustizia e di norme anticorruzione. La giustizia incide negativamente sull’economia e sulla competitività, chiarisce il premier. Questo, assieme alla Rai, è il tema che il Pd vorrebbe fosse una delle priorità discusse nell’incontro e che il Pdl insiste al contrario sia esaminato in coda a tutti gli altri, dopo lavoro e banche. Quella di Monti è, in realtà, una precisazione articolata con la quale tenta di non scontentare i due maggiori azionisti dell’esecutivo. Ma è anche un modo per riaffermare l’autonomia dell’esecutivo: l’azione del governo è sì rivolta ad aggredire la crisi economica ma ‘il mandato non è predeterminato’, ovvero nell’agenda possono entrare altri temi. ‘La giustizia – argomenta – è una delle molte determinanti della competitività dell’economia, oltre che essere un fondamentale per la vita civile ed è una delle determinanti della attrattività o meno di un territorio per gli investimenti sia esteri, sia nazionali’. Ecco perche’ ‘questo sara’ uno dei temi considerati nell’incontro che ho indetto per giovedi’ sera a Palazzo Chigi con i responsabili dei tre maggiori gruppi che sostengono il governo’. (à) La puntualizzazione del premier giunge a conclusione di una giornata caratterizzata dalle bordate polemiche che si scambiano Alfano e Bersani e mentre si annunciano tensioni in Senato per l’imminente e travagliata ratifica della Convenzione di Strasburgo che impegna l’esecutivo a introdurre nuovi reati per combattere la corruzione. Alfano ricorda, parlando dell’agenda del vertice di giovedi’ sera, che ‘il primo punto e’ il lavoro come avevamo chiesto. Buone ultime sono arrivate le questioni Rai e giustizia. Se faremo in tempo ce ne occuperemo, se qualcuno vorra’ occuparsene se ne occupera’. Per lui ‘il tema vero, in un momento di emergenza, sono il lavoro e l’accesso al credito delle Piccole e medie imprese’. Ecco perche’ oggi, annuncia, incontrera’ il presidente dell’Abi al quale domandera’: ‘Perche’ le banche ricevono 139 miliardi di euro dalla Bce all’1% senza che i cittadini ne abbiano alcun beneficio?’.
Bersani gli replica con ironia: ‘Lasciamo stare Alfano, capo della classe operaia…’. (à)".

Alle tensioni che serpeggiano all’interno di Pd, Pdl e Udc in vista del vertice con Monti dedica un retroscena, a firma di Amedeo Lamattina, LA STAMPA. "Ieri pomeriggio Casini passeggiava sconsolato in Transatlantico mentre in aula il governo andava giu’ tre volte. Il leader dell’Udc non legava questi scivoloni con le fibrillazioni tra i partiti della ‘strana’ maggioranza.
‘Sarebbe una forzatura, tuttavia il clima rischia di deteriorarsi. Io capisco Alfano: pone dei veti, non si presenta al vertice di maggioranza, alza la voce per tenere unito il Pdl, ma e’ un gioco folle. Con queste "bambinate" si sta bruciando il suo credito al centro’. Casini ragionava cosi’ con alcuni deputati del suo partito e non e’ un caso se abbia voluto pubblicamente spiegare che l’accordo tra Udc e Pdl sul candidato sindaco di Palermo non ha valore strategico (‘con Fini e Rutelli abbiamo deciso di circoscrivere a zero la valenza politica’). Il clima non e’ dei migliori, ma il presidente del Consiglio non e’ preoccupato. Monti considera quelle tra Bersani e Alfano schermaglie preelettorali che non arriveranno al punto di mettere in crisi il governo. E va avanti mettendo sul tavolo del vertice di maggioranza che si terra’ domani tutti i temi che ritiene necessari, senza escludere giustizia e Rai. Non accetta veti. Il segretario del Pdl vuole parlare solo di lavoro, di accesso al credito per le imprese e accusa Bersani di pensare alle ‘poltrone Rai’. ‘Se rimarra’ tempo ci occuperemo anche del servizio televisivo pubblico e di giustizia’, ha ironizzato l’ex Guardasigilli. ‘Gia’ – gli ha risposto acido il leader dei Democratici -, Alfano ora e’ il capo della classe operaia…
Non ho ho nessuna voglia di litigare, ma con i veti reciproci il governo sarebbe paralizzato. Attenzione a non accendere fuochi. Io non ho mai sollevato questioni, invece ho visto il Pdl esasperare i toni e far saltare un vertice’. Il vertice adesso si fara’ e Monti ha imposto un ordine del giorno che piace al Pd. La doccia fredda per Alfano e’ arrivata addirittura durante la conferenza stampa con la Merkel. Con l’aplomb del professore che tanto piace alla Cancelliera tedesca, il premier ha ricordato che un governo non puo’ avere un ‘mandato predeterminato’. Certo, i tecnici sono stati chiamati a Palazzo Chigi per superare la crisi economica e rilanciare la crescita, ma come assolvere a questa missione e’ una competenza dell’esecutivo: riforma della giustizia civile e lotta alla corruzione ne sono parte integrante. Cio’ significa che il Pdl non puo’ porre veti preventivi, nemmeno sul tema della tv pubblica visto che viale Mazzini versa in un pessimo stato economico e finanziario. Bersani spera che il premier metta mano alla governance, che venga cambiata la legge Gasparri. Nel Pd gira voce che Palazzo Chigi, d’accordo con il Quirinale, aveva gia’ cominciato a scrivere un decreto per ridurre il numero dei componenti del Cda e dare piu’ poteri al direttore generale (ovviamente l’attuale dg Lorenza Lei non sarebbe rimasta al suo posto). (à) Il presidente del Consiglio pero’ non vuole infiammare gli animi, cosi’ nel vertice di domani mette tutti i temi caldi, nessuno escluso. Sulla legge contro la corruzione punta a far passare la proposta di mediazione del ministro Severino; sulla Rai cerca di far passare la nomina dei nuovi consiglieri d’amministrazione e del direttore generale. ‘Lorenza Lei pero’ non si tocca’, dice perentorio Paolo Romani. Il Pd teme che lo scoglio venga superato mettendo sul piatto di Mediaset le frequenze televisive. Cosi’ Bersani tiene alta l’asticella, continuando a ripetere che non partecipera’ alle nuove nomine di viale Mazzini. Monti sta facendo di tutto per sbloccare la rigidita’ del capo dei Democratici".

Intanto ieri e’ stato approvato alla Camera il dl semplificazioni ma il governo e’ andato sotto tre volte. "(à) Perfino un ‘montiano doc’ come Enrico Letta vede nero – racconta LA STAMPA -, ‘perche’ se giovedi’ sera al vertice la situazione non si raddrizza, si mette male’. Una tensione, quella che vede il premier a fare da arbitro al braccio di ferro tra Pd e Pdl su giustizia, lavoro e Rai, che giocoforza si ripercuote nella dinamica dei lavori parlamentari. Dove l’ingorgo legislativo ha obbligato ieri sera i deputati a misurarsi fino alle 8 di sera con il decreto semplificazioni, passato con 442 sì e 52 no, con più di cento assenti in aula e ora atteso al Senato; ed oggi stesso si procede con la richiesta di fiducia sull’altro decreto, quello sulle liberalizzazioni, che verrà approvato in nottata alla Camera con buona pace della Lega, che già ha fatto partire il suo ostruzionismo. Al punto da unirsi in modo bipartisan facendo andare sotto il governo tre volte: il primo è un ordine del giorno del Pdl per impegnare l’esecutivo ad un piano di rilancio dell’Alcoa, lo stabilimento metallurgico del Sulcis in grave crisi, che votano tutti tranne i Radicali; il secondo ordine del giorno e’ della Lega, che chiede l’esenzione del 50% dell’Imu per le famiglie con figli disabili, passato a grande maggioranza; il terzo del PdL, sulla vendita dei giornali al di fuori delle edicole, approvato con 413 si’, 77 no e 16 astenuti. In un clima, inedito fin qui, di acuta frizione tra Parlamento e ministri tecnici, che il Terzo Polo prova a riportare a piu’ miti consigli. (à) Dunque, si capisce meglio la cautela con cui Monti si accinge a tastare il polso dei leader sui nodi piu’ intricati che flagellano da anni il campo di gioco a Montecitorio, ma che non rientrano nel novero delle urgenze economiche. ‘Malgrado la vocazione del governo sia il superamento della crisi e il rilancio della crescita, e’ doveroso che si occupi anche di giustizia e corruzione’, dice il premier. Affrettandosi a chiarire che prima che il governo avanzi una sua proposta e’ opportuna pero’ ‘un’esplorazione politica delle concrete possibilita’ che il Parlamento la approvi’".

Sulle ultime mosse dell’esecutivo IL CORRIERE DELLA SERA intervista il vicepresidente della Camera e deputato Pdl Maurizio Lupi. "Se il vertice dei segretari con Monti si potra’ tenere domani sera e’ per ‘il grande gesto di responsabilita’ di Angelino Alfano, che ha salvato il governo’. E se il Pdl dice si’ oggi a quello che l’altra settimana aveva bocciato – nell’agenda dell’incontro oltre a lavoro e sviluppo ci saranno anche Rai e giustizia – e’ perche’ ‘e’ ben chiaro che la priorita’ del vertice e’ l’emergenza economica, non i vecchi giochi della politica che con il suo gesto il nostro segretario ha fatto saltare’.
Uscire dall’angolo e passare al contrattacco e’ la missione di un Pdl nella morsa di un governo da sostenere che ha provocato la rottura dell’alleanza con la Lega, e nuove alleanze da ricostruire guardando all’Udc. E Maurizio Lupi se ne fa carico. Alla fine avete dovuto accettare vertice e agenda di Monti: tanto rumore per nulla? ‘Niente affatto, perche’ i problemi cruciali per risolvere i quali e’ nato questo governo sono al centro dell’incontro: si parlera’ di lavoro e di credito per le famiglie e le imprese, come noi abbiamo richiesto. Sulla giustizia poi ricordiamo che la legge anticorruzione e’ il nostro testo, la Rai credo che venga molto dopo nell’elenco delle priorita’. Ma perche’ vi spaventa tanto un governo che si occupa anche di altro? ‘Il timore non e’ per noi ma per il Paese, perche’ se si perde di vista lo scopo per cui questo governo e’ nato se ne annacqua l’azione, lo si espone a difficolta’ e rischi’. Casini dice che siete voi ad indebolirlo con la vostra rigidita’. ‘E sbaglia. Si creano problemi a Monti quando, anche per esigenze di visibilita’ come nel caso dell’Udc, si tira la giacca al premier e si parla di maggioranze politiche che non esistono. Gia’ ci sono i ministri con battute poco riuscite e fuorionda a provocare qualche tensione, se noi ci mettiamo il carico…’. (à) Che poi con Casini litigate in pubblico ma vi accordate in privato: alleanze a Palermo e Verona, sulla Rai loro di fatto sostengono la vostra posizione. Che si muove?
‘Mi auguro che stia cambiando qualcosa: se si esce dal minuetto e si trovano convergenze anche sul territorio e’ un bene, puo’ essere un test importante per le alleanze per il 2013 perche’ saranno gli elettori a giudicare. Se Casini pensa di giocare con noi al gatto con il topo non ci stiamo, visto che fino a prova contraria il Pdl ha 4 volte i voti dell’Udc, ma se pensa come noi che la riunificazione dei moderati sia un bene per il Paese siamo qui, e certi passaggi possono diventare significativi’. Negli ultimi giorni succede di tutto: sara’ perche’ Berlusconi, dopo la battuta sul quid di Alfano, e’ uscito di scena? ‘Guardi, Berlusconi mette insieme il quid, il quod e il quad, e’ sempre a fianco di Angelino e di tutti noi. Il Pdl da partito del leader carismatico sta trasformandosi nel nuovo partito degli italiani, e Berlusconi ci sta accompagnando in questo viaggio’".