Egregio Direttore,
proseguendo il ragionamento espresso in recenti lettere mi pongo questa domanda, semplice ma fondamentale per l’andamento di ogni democrazia. Se la risposta è quasi scontata, in quanto si dice che “i partiti sono il sale della democrazia” e “senza partiti non ci può essere democrazia”, mi chiedo allora a quali partiti i Cittadini onesti e animati da vero spirito democratico devono dare la loro preferenza. Per dare una giusta ed obiettiva risposta credo che dobbiamo essere molto pragmatici e partire da una obiettiva osservazione e disamina delle vicende politiche italiane. Dobbiamo infatti constatare che la cosiddetta “democrazia rappresentativa”, ossia parlamentare o indiretta che dir si voglia, ha clamorosamente fallito e disatteso le aspettative della maggioranza del popolo italiano. Anche i recenti sondaggi d’opinione evidenziano senza ombra di dubbio il CALO DELLA FIDUCIA NEI PARTITI, scesa quasi allo zero, degli elettori italiani: questi infatti hanno ormai capito che VOTARE UN PARTITO significa praticamente dargli una DELEGA IN BIANCO, con la quale i suoi rappresentanti in Parlamento fanno anzitutto gli interessi propri e dei loro entourages, e solo in seconda battuta quello dei loro elettori (ammesso che questi non cozzino coi propri). Per questo la PARTITOCRAZIA attuale NON RAPPRESENTA PIÙ IL POPOLO ITALIANO ed è diventata quanto di più ANTIDEMOCRATICO ci possa essere in politica, in pratica una dittatura dei partiti mascherata da una parvenza di democrazia (ti permettono, almeno finora, di parlare, di esporre le tue idee, ma non ne tengono minimamente conto). Come fare allora per rimediare a questa deriva antidemocratica della politica italiana, ammesso che si voglia mantenere, o meglio FAR RINASCERE UNA VERA DEMOCRAZIA? Mi piacerebbe che si aprisse un dibattito aperto su questo tema; per conto mio avanzerei questa proposta: che i partiti enuncino nei loro programmi elettorali quali STRUMENTI DI DEMOCRAZIA DIRETTA intendano introdurre e sostenere, ad es. Referendum popolari “propositivi” con abbassamento del numero di firme e del quorum, sia a livello nazionale che locale, proposte di legge popolari, sondaggi d’opinione tra gli iscritti e i simpatizzanti (anche a mezzo di votazioni interne) e quant’altro possa FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE DEL POPOLO alle scelte ed alle decisioni più importanti per il Paese e per le Comunità locali. In tal modo i responsabili dei partiti si potrebbero render conto in tempo reale degli umori e delle aspettative del proprio elettorato, che oggi non si sente più adeguatamente rappresentato da essi. Solo introducendo meccanismi partecipativi di “democrazia diretta” credo che i Partiti potranno rinascere a nuova vita e riconquistare la fiducia degli elettori.
Grazie per l’ospitalità
Giovanni Dotti