Vent’anni dopo Mani pulite malcostume mai superato

A vent’anni dalle inchieste di Mani Pulite, la corruzione ha trovato in Italia un humus sempre più fertile "e con essa è cresciuta la tolleranza per il malaffare e la tentazione a tutti i livelli di adeguarvisi e di subire il contagio". E’ la radiografia opaca tracciata dal segretario nazionale dell’Anfp, Enzo Letizia, nel suo intervento al convegno sulla lotta alla corruzione promossa dalla stessa Anfp e dal sindacato di polizia Siap.

Un sistema diffuso di illegalità che ha accentuato la distanza tra i cittadini e la Politica e questo deve essere – sottolineano Letizia e Giuseppe Tiani segretario del Siap – un campanello di allarme. "La preoccupazione è che oltre alla frustrazione e all’indifferenza" si possa "determinare un brusco passaggio dall’insofferenza a reazioni conflittuali, in assenza di sbocchi visibili alle innumerevoli questioni aperte del Paese e non ancora risolte", osserva ancora Letizia.

Per il segretario nazionale del Silp Cgil, Claudio Giardullo, l’Italia non "potrà affrontare in modo strutturale la crisi se contemporaneamente non affronterà anche il tema della legalità e quello della corruzione: un fenomeno ormai sistemico" che secondo le stime della Corte di Conti ha un peso economico di circa 60 miliardi e che costituisce uno dei settori di maggiore presenza della criminalità mafiosa. Tra gli strumenti di controllo e prevenzione contro la corruzione nel settore della pubblica amministrazione è prevista l’istituzione di una autorità indipendente. "Deve essere – sottolinea Giardillo – un ente che sia veramente autonomo sia per quanto riguarda la nomina dei responsabili che sul piano finanziario. Un ente che non dipenda dal governo".