Chiunque abbia mai visto una partita di basket avrà sicuramente notato come non basti soltanto saper attaccare per vincere, ma come sia altrettanto fondamentale l’efficacia difensiva. Giocare senza preoccuparsi di difendere il proprio canestro equivale quindi a una sorta di harakiri, capace di annullare quanto di buono sin lì si è fatto e senza giocatori che facciano da baluardi difensivi vincere è impresa assai ardua. Trovare gente disposta a ricoprire questo ruolo poi è davvero una rarità. Ne abbiamo parlato con Rosamaria Ferrara, uno dei pilastri difensivi della Polisportiva Odysseus Messina, squadra “schiacciasassi” del campionato di C Regionale Femminile, che dopo aver dominato le prime due fasi della stagione regolare chiudendo imbattuta si accinge ad affrontare i playoff di categoria determinata ad arrivare fino in fondo.
Iniziamo parlando un po’ delle tue esperienze nei campionati giovanili, dei ricordi che ne conservi e dei traguardi raggiunti.
“Ho cominciato a giocare nel 1995 con la PCR Messina, ex GSM 83 DACCA Schipani. Ho disputato tutti i campionati giovanili con questa società, allora allenata da Lillo Caroè, raggiungendo ottimi risultati, trai quali ricordo con piacere la vittoria del campionato Cadetti e il successivo scontro sul neutro Catania contro Ragusa per ottenere la qualificazione al raggruppamento nazionale: riuscimmo nell’impresa di qualificarci qualificarci ma poi, devo ammettere, non andò molto bene”.
Potresti parlarci, una volta finite le leghe giovanili, di come hai proseguito nei campionati maggiori e con che risultati?
“Nel 2000, seguita dai coach Musolino e Ribaudo, sono stata tesserata nel roster della prima squadra, che allora disputava il campionato di serie A1. Lì ho cominciato un percorso davvero costruttivo, alternando gli allenamenti “giovanili” con quelli di prima squadra e non sono state certo poche le volte in cui mi allenavo consecutivamente per quattro ore. In questa fase ho avuto modo di confrontarmi con giocatrici più esperte e navigate, traendo moltissimo beneficio sia dall’esperienza maturata con le compagne italiane che con quelle straniere. Su tutte ricordo a esempio Cristina Correnti, Marika Aurigemma, Vanesa Avaro, Betta Moro e Angela Harris, nomi sicuramente altisonanti all’epoca, con cui ho fatto il mio esordio in categoria, giocando tre partite contro La Spezia, Bolzano oltre a un derby contro la Rescifina dove misi a segno anche 4 punti. La maturazione sotto il profilo tecnico la devo, invece, a tecnici altrettanto esperti, trai quali vorrei citare Guido Novello e Aldo Gerardini, dai quali ho avuto il piacere di essere allenata. Dal 2003 al 2005 , sempre con in casacca PCR Messina, ho disputato per due anni il campionato di serie C regionale, allenata dai coach Gianfranco Romanetti e Gabriele Ribaudo. Nell’anno 2005-2006 sono rimasta ferma poiché lo studio non mi consentiva molte distrazioni e frattanto, nel 2006, sono passata al San Matteo, con cui ho fatto la serie B2, allenata da coach Massimo Zanghì, che mi ha educata al sopportare il gioco duro che, contrariamente a quanto pensino sia esclusivamente proprio della pallacanestro maschile, esiste anche in campo femminile. Successivamente, nell’anno sportivo 2007-2008, cambiò il coach e venni allenata da Antonio Musolino con il quale abbiamo raggiunto ottimi risultati, classificandoci quarte nella regular season e garantendoci l’entrata ai play-off promozione. Negli anni successivi e fino al 2011 sono rimasta sempre al San Matteo, allenata dai coach Rabe, Ribaudo e infine, lo scorso anno, dall’allenatrice-giocatrice Diana Skrastina con la quale il San Matteo ha fatto il salto di qualità ottenedo la promozione in serie B Eccellenza, oggi chiamata “B unica”.
E cosa puoi dirci di questa tua nuova esperienza all’Odysseus?
“Da quest’anno gioco nell’Odysseus, allenata dal duo Ardizzone-Gumina, dove ho ritrovato atlete che sono sempre state mie avversarie e con le quali nella scorsa stagione di B più di una volta ho duellato sotto canestro, come ad esempio Gabriella Arigò in occasione dei combattutissimi derby tra San Matteo e Rescifina. Ma questa è un’altra storia: con le mie nuove compagne oggettivamente mi trovo benissimo, sia dentro che fuori dal campo. Tutte miriamo a un solo obiettivo, cioè la promozione in B e direi che, passatemi il latinismo, “rebus sic stantibus” potremmo raggiungerla a breve”.
A te la scelta di una frase per chiudere quest’intervista…
“Personalmente concludo dicendo che mi continuerò a impegnare come sinora ho fatto per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissate a inizio campionato, mettendomi ancor più a disposizione della squadra nonostante la mia schiena ogni tanto dia qualche fastidio, comunque sopportabile”.
Peppe Spanò