Lavoro, verso sciopero unitario su esodati. Fiom rilancia

Dopo l’Ocse anche la Commissione Ue approva la riforma del mercato del lavoro targata Monti-Fornero. "A questo punto – scrive Giusy Franzese a pagina 5 del MESSAGGERO – l’auspicio di Bruxelles è uno: che il Parlamento nel decidere ‘rapidamente’ modifichi l’impianto il meno possibile, di modo che ‘l’obiettivo e il grado di ambizione del testo finale restino adeguate alle sfide del mercato italiano’. Ma sulla riforma pesa lo sciopero unitario in programma per il 13 aprile sulla questione dei lavoratori ‘esodati’, per la quale i sindacati chiedono un intervento adeguato e tempestivo. E su cui ieri- scrivono Davide Colombo e Giorgio Pogliotti a pagina 8 del SOLE 24 ORE – ieri è arrivata la rassicurazione del capo dello Stato: ‘Credo che il governo stia studiando una soluzione’ ha detto Giorgio Napolitano. La legge di riforma delle pensioni (214/2011, articolo 24) prevede l’adozione di un decreto ministeriale entro fine giugno per definire i criteri di identificazione dei lavoratori che potranno beneficare dei vecchi requisiti di pensionamento poichè interessati da una procedura di mobilita’ o in quanto percettori di fondi di solidarieta’ o, ancora, che avevano stipulato con la loro azienda un accordo individuale per l’uscita anticipata in vista del pensionamento. Si tratta di una platea ancora da definire, ha spiegato ieri il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, nel corso di un’audizione in commissione Lavoro alla Camera. All’atto di adozione della legge si parlava di 65mila persone, con riferimento a tutti questi lavoratori che avevano lasciato il posto di lavoro e che avrebbero maturato i requisiti di normale pensionamento dopo la fine dell’anno. Su quella cifra sono state fissate le coperture per garantire questi pensionamenti: 240 milioni per il 2013, 630 milioni per il 2014, 1 miliardo e 40 milioni milioni per il 2015, 1,2 miliardi per il 2016, un miliardi per il 2017, 610 milioni per il 2018 e 300 milioni per il 2019. Ma i lavoratori interessati sono molti di piu’: si parla di 200-250mila persone. Fonti sindacali sono arrivate a quantificare in 350mila questo <<popolo>> rimasto in sospeso tra un lavoro che non c’e’ piu’ e una pensione che rischia di sfuggire. Numeri che al momento non trovano conferma al ministero del Lavoro: ‘Il fatto certo e’ che c’e’ un tavolo aperto e che si sta lavorando’ ha detto Mastrapasqua’. La manifestazione unitaria e’ una buona notizia per il leader della Fiom Maurizio Landini che pero’ in un’intervista pubblicata a pagina 7 di REPUBBLICA – non rinuncia a marcare le differenze ma lancia un appello: ‘A Fim e Uilm perche’ anche in Fiat non seguano l´azienda nella strategia della discriminazione’ (à). In questi giorni di proteste contro, l´articolo 18 ci sono sindacalisti che dicono: Non scioperate insieme alla Fiom. Che cosa risponde? ‘Rispondo che a giudicare dalla mobilitazione quegli appelli non vengono seguiti. In molte aziende i lavoratori protestano in modo unitario contro la proposta di modifica dell´articolo 18. La Uilm ha proclamato quattro ore di sciopero’. Segnali di ritorno all´unita’ sindacale. Accadra’ anche in Fiat? ‘Per il momento in Fiat c´e’ un´altra sentenza che ha riconosciuto il nostro diritto ad essere rappresentati in fabbrica anche se non abbiamo firmato l´accordo. Il giudice di Bologna su questo e’ stato chiarissimo. E´ la quinta sentenza in un anno e mezzo che punisce la Fiat per aver discriminato la Fiom.
Anche il giudizio sui licenziamenti di Melfi lo dimostra’.
Rientrerete in Fiat accettando gli accordi firmati dagli altri sindacati? ‘I tribunali dicono che abbiamo diritto di rientrare anche se non firmiamo. Noi non abbiamo altro scopo che quello di ottenere dall´azienda impegni chiari sugli investimenti e sugli stabilimenti italiani. E di ottenere che venga ripristinata la democrazia in fabbrica. A Fim e Uilm chiedono di non seguire l´azienda in una strategia della discriminazione che oggi colpisce noi, domani potrebbe colpire loro e in ogni caso colpisce i lavoratori’."