Cgil Cisl e Uil invitano i sindaci dei 108 comuni della provincia di Messina ad avviare una nuova fase di contrattazione sociale – confronto sui temi sociali come le imposte, le tariffe dei servizi e la distribuzione dei servizi stessi-, con l’obiettivo dichiarato di indirizzare le scelte spesa e di imposizione verso la maggiore equità possibile.
Al centro dell’iniziativa, la richiesta di confronti preventivi la stesura dei Bilanci di Previsione 2012 nei quali, tra l’altro, faranno il loro ingresso nuove voci, o vecchie voci rimodulate e rinominate, di tasse e imposte che rischiano di gravare sui ceti già fortemente penalizzati dalla crisi, pensionati, famiglie numerose, disoccupati.
Un tema nodale come dimostrano i dati che Svimez – Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno – presenterà oggi nel Rapporto sullo Stato dell’Economia e che evidenziano come nel corso dell’ultimo decennio in generale le tasse degli enti locali siano aumentate, con alcune sensibili differenze: raddoppiate al centro nord, più che triplicate al centro-sud dove però la qualità dei servizi non è affatto migliorata. Anzi. E su tutto grava l’incognita IMU che, sempre secondo stime e andamenti, comporterà aumenti sensibili nell’imposizione fiscale comunale.
“Tanto per fare un esempio giusto ieri a Palermo il consiglio comunale ha varato il raddoppio dell’addizionale Irpef comunale e l’aliquota della nuova Imu fissata allo 0,46% per le prime case – spiegano I tre segretari generali provinciali di Cgil Cisl e Uil, Lillo Oceano, Tonino Genovese e Costantino Amato-. L’introduzione di alcune nuove imposte, con modulazioni e caratteristiche diverse rispetto alle precedenti, una su tutte l’IMU, peseranno sui contribuenti, soprattutto sulle fasce medio basse, anche in maniera sensibile. É quindi opportuno non solo cercare di mitigarne l’impatto calibrandole rispetto al reddito e avviando una seria lotta all’evasione, ma anche conservando e quei servizi ai cittadini di forte impatto sociale”.
L’IMU, l’imposta che sostituisce la vecchia ICI, intanto si applicherà anche sulla prima casa per la quale si pagherà un’aliquota dello 0,4% che i comuni possono aumentare o ridurre dello 0,2%. “Nella nostra Provincia dove i comuni sono in forte difficoltà non è difficile immaginare che nella maggior parte dei casi l’aliquota toccherà lo 0,6% che con gli aumenti degli altri indici che compongono l’imposta finale, comporteranno aumenti dell’imposizione fino al 70%”, spiegano Oceano, Genovese e Amato.
A partire dal 2013, poi entrerà, in vigore su tutto il territorio nazionale il RES, il nuovo tributo sui Rifiuti e Servizi che accorperà la Tarsu e amplierà le fasce imponibili. Ai Comuni viene inoltre concessa la facoltà di rimodulare l’aliquota dell’addizionale IRPEF già dal 2012 fino allo 0,8% che deve essere calibrata su scaglioni di reddito. “In un contesto in cui i comuni sono sempre ion maggiori difficoltà economiche, appare quasi scontato che là ove possibile verranno applicate le aliquote più alte e contestualmente si rischiano tagli ai servizi sociali. La nostra iniziativa- spiegano i tre segretari generali- vuole essere un contributo tanto ai comuni quanto ai cittadini per indirizzare aumenti e spese in direzione dell’equità, evitando che a pagare siano sempre i soliti noti”.