"L’occupazione giovanile è drammaticamente afflitta dalla crisi economica. Occorre fare tutto il possibile per dare accesso al lavoro ai giovani". Lo ha detto il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Mariano Crociata, illustrando, nel corso di una conferenza stampa a Radio Vaticana, che ha riassunto l’esito dei lavori della sessione primaverile del consiglio permanente della Cei conclusi oggi.
Già lunedì scorso, nella prolusione iniziale al summit dei vescovi italiani, il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, aveva invitato a "non tradire le aspettative del giovani".
"I vescovi – è tornato a sottolineare oggi Crociata – hanno una grande preoccupazione nei confronti della questione del lavoro. Nel corso di questa sessione vi è stata una convergenza sostanziale da parte di tutti sul fatto che occorre rilanciare la crescita e l’occupazione guardando in particolare a coloro che sono in entrata sul mercato del lavoro ma anche a quelli che, purtroppo sono in uscita. Ma c’è una grande preoccupazione soprattutto per i giovani. Bisogna scoraggiare il rischio di un collasso strutturale del paese – ha proseguito il vescovo – e, in questo senso, ci deve essere una distribuzione equa delle rinunce e dei sacrifici unendo rigore ed equità".
Sottolineando che nel corso della sessione i vescovi "non sono entrati nel merito della riforma dell’articolo 18" e che "si tratta di una questione molto complessa", Crociata – secondo quanto riferisce il sito di ‘Avvenire’, quotidiano ufficiale della Cei – ha evidenziato che "non possono ricevere un avallo coloro che vogliono approfittare della crisi economica per mantenere le cose così come sono, ma non bisogna nemmeno arroccarsi ed è necessario uno sforzo di adattamento".
"Il nostro appello – ha concluso Crociata – è che si arrivi a una scelta condivisa per il mercato del lavoro senza esasperare la tensione fra equità e rigore perché il sistema paese va difeso nella sua tenuta. Se il sistema Paese non regge – ha infine aggiunto Crociata – saranno i più deboli a soffrire ancora di più. Noi siamo fiduciosi che ci sia equilibrio e la buona volontà da parte di tutti coloro che hanno il dovere di concorrere a far uscire il Paese da questa crisi che, ricordo, coinvolge non solo l’Italia ma tutto il mondo".