Il leader della Lega Umberto Bossi "toccato in modo pesante anche personale, anche familiare dallo scandalo della gestione allegra dei fondi del suo partito per ora si fa solo di lato mentre il Carroccio sbanda a ripetizione, e a ‘pagare’ siamo noi". Il quotidiano della Cei ‘Avvenire’, con un editoriale del direttore Marco Tarquinio, interviene all’indomani delle dimissioni del Senatur. E registra: ‘Chi sbaglia paga’, ha sentenziato ieri Umberto Bossi. Visto che ancora una volta si tratta della privata gestione dei soldi provenienti dal pubblico erario, è fin troppo facile annotare che, in realtà, sbuffando, Bossi per ora si fa solo di lato mentre il Carroccio sbanda a ripetizione, e a ‘pagare’ siamo noi".
Rileva Tarquinio che "paghiamo come cittadini, come elettori e come contribuenti per un errore (ricordiamocelo: chi scegli male, anche votando, paga due volte) che, però, non è esattamente e solo nostro. L’errore infatti grava per la massima parte su altre spalle. Quelle di colore che in appena 18 anni – dopo essersi vestiti di sgargiante, e spesso arrogante ‘nuovismo’ – sono riusciti a replicare e persino ad aggravare certi vizi della politica. Gli stessi vizi che, dopo quasi mezzo secolo, nel 1993-94 portarono alla fine della Prima Repubblica".
Da qui la considerazione del direttore di ‘Avvenire’: "come non tornare a chiedersi che cosa sarebbe stato della ‘nave Italia’ se, in simili frangenti, al timone non ci fossero stati i ‘tecnici’ capitanati da Mario Monti?" E’ in gioco la nostra "democrazia", annota Tarquinio. Ecco perche’ "politici degni non possono accettarlo, noi non dobbiamo. Il prezzo non e’ giusto".