Lega sempre più nella bufera, Maroni pronto a fare pulizia

Non si placa la bufera a via Bellerio. L’inchiesta sui fondi della Lega produce infatti nuovi effetti: Renzo Bossi ha annunciato la sue dimissioni da consigliere della regione Lombardia per "dare l’esempio", e per cercare di calmare la base. Intanto il suo ex autista denuncia: gli facevo da Bancomat. Ora cresce il pressing su Rosy Mauro affinchè lasci la vicepresidenza del Senato. Roberto Calderoli: "Così aiuterebbe il partito". E oggi i militanti leghisti si ritroveranno a Bergamo. Protagonista indiscusso sarà l’organizzatore della kermesse, e in pole position per la guida del carroccio, Roberto Maroni. Ed è proprio sul successore di Umberto Bossi che si soffermano i principali quotidiani italiani. Per LA REPUBBLICA i "maroniani" sarebbero "pronti allo sfondamento: ‘Stasera acclameremo Bobo leader’". "Per l’ala dei maroniani – spiega il quotidiano diretto da Ezio Mauro – l’adunata leghista oggi alla Fiera di Bergamo è quasi un congresso anticipato del Carroccio. Tanto che gira voce che questa sera potrebbero tentare il colpaccio. Con una sorta di incoronazione simbolica dell’ex ministro dell’Interno. Con tanto di cartelli, cori e striscioni. Pronti a fischiare gli avversari del famigerato ‘Cerchio magico’. Impedendo di fatto agli altri due ‘triumviri’, Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago, di parlare dal palco. ‘Se qualcuno di loro pensa di presentarsi e di parlare – racconta un maroniano doc – posso solo dirgli in bocca al lupo e fargli tanti auguri. E ho detto tutto’. Gira voce addirittura che una frangia estrema della Lega varesina vicina a Maroni abbia progettato una sorta di ‘presa’ di via Bellerio, nottetempo. Un’occupazione simbolica della sede storica per ribadire che un nuovo capo del Carroccio c’è già e si chiama Roberto Maroni. Senza aspettare il congresso federale in autunno". Il CORRIERE DELLA SERA parla di Maroni e l’operazione pulizia Ecco chi c’è sulla lista nera "rivolta" dei militanti, e spiega: "La manifestazione ha già cambiato fisionomia per tre volte. Nata prima delle dimissioni di Bossi come una sorta di autoconvocazione per protestare contro gli scandali che hanno infangato il partito, dopo il passo indietro del ‘Capo’ si è trasformata in un appuntamento dell’orgoglio padano’, la voglia di prendere le distanze da ‘coloro che rappresentano una Lega che ha fatto il suo tempo’. Ma il vero volto che assumerà la manifestazione di questa sera sara’ l’apoteosi di Roberto Maroni. Chi tenta di gettare acqua sul fuoco rispetto a possibili intemperanze è il deputato mantovano Gianni Fava. Certo non è sospettabile di vicinanza al ‘cerchio magico’: è stato tra i primi a contrastare pubblicamente alcune decisioni del movimento e a raccogliere le firme per la candidatura a capogruppo a Montecitorio di Giacomo Stucchi contro Marco Reguzzoni; ora ritiene che sia il caso di ‘raffreddare gli animi, non è certo il caso di esagerare. Abbiamo fatto grossi errori, non è il caso ora di abbandonarsi a gesti fuori misura’".

Il GIORNALE dà per scontata la successione di Maroni a Bossi e parla di "un’operazione pulizia" e di "lista nera". "L’elenco – scrive il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti – e’ chiuso in un cassetto, pronto per esser tirato fuori al momento giusto. Quando la lega del triumvirato diventerà quella di Roberto Maroni. Nella lista di proscrizione ci sono tutti: cerchisti, tesorieri, laureati a pie’ di lista, badanti, quelli che a Gemonio erano di casa. Tutti accusati di complicita’ con quanti, dopo la malattia di Umberto Bossi, con la scusa di proteggerlo, gli avrebbero ostruito la visuale, impedendogli di rendersi conto di quanto avveniva attorno a lui. Tutti colpevoli per aver trascinato Alberto da Giussano nel fango. Per aver reso ormai impronunciabili slogan come ‘Roma ladrona’, che hanno fatto per l’identita’ leghista piu’ di mille comizi". La "black list" di Maroni, spiega IL GIORNALE, "e’ ricca. Al primo posto, sbianchettati Bossi senior e junior, c’e’ Rosi Mauro , donna chiave degli ultimi anni di Carroccio e dell’inchiesta che lo sta sgretolando. La ‘pasionaria’, la ‘nera’, la ‘badante’ (di Bossi senior, s’intende), capace di passare in pochi anni dall’anonimato allo scranno di vicepresidente del Senato, assisa sul quale si e’ resa protagonista di alcuni esilaranti show, sente il cerchio (niente affatto magico) stringerle la gola e non si vede come potra’ salvarsi. Grande amica della signora Bossi, Manuela Marrone ­ anch’essa virata seppia, ma senza cariche ufficiali da mettere in discussione- la Rosi probabilmente gia’ domani, nel corso della prima riunione del triumvirato Maroni-Calderoli-Dal Lago, potrebbe sentirsi rivolgere l’aut aut: chiarisci o dimettiti (à)".

E sul futuro di Rosy Mauro si incentra il retroscena sulla REPUBBLICA di Carmelo Lopapa, che racconta: "La lettera di dimissioni dalla vicepresidenza del Senato intende presentarla questa mattina.
Oltre non avrebbe potuto resistere. Alla fine, anche i pochi amici che l’hanno circondata nelle ore della piu’ profonda solitudine sono riusciti a convincere Rosy Mauro. Fosse stato per lei, sembra, la resistenza l’avrebbe portata avanti a oltranza. Convinta com’e’ che ‘il fango dei giornali’ prima o poi sarebbe stato cancellato. Questa volta non sara’ cosi’.
Asserragliata tra la casa-fortino di Gemonio e la sede milanese del Sindacato padano, la senatrice ha tenuto i telefoni staccati per tutto il giorno. In contatto diretto solo con il Capo. Ed e’ stato proprio Bossi a infrangere le ultime ostinazioni. La Mauro ha compreso che la corsa era finita solo quando l’Umberto ha ordinato le dimissioni del figlio dal consiglio regionale lombardo sulla scia delle nuove rivelazioni dell’autista. Solo allora, a meta’ giornata, l’eminenza ‘nera’ del ‘cerchio magico’ si e’ rassegnata. Dopo i due Bossi, pure la sua uscita di scena ormai era stata scritta. Lascera’ la vicepresidenza – quello scranno dal quale in questi quattro anni di legislatura non ha mancato di dare spettacolo – ma non abbandonera’ il Senato. A differenza di Renzo manterra’ il seggio in Parlamento per quest’ultimo giro di boa della legislatura. E certo, racconta chi l’ha sentita, non lo fara’ per assecondare i desiderata di Roberto Calderoli. Uno dei triumviri che a sorpresa ieri ha sollecitato le dimissioni di Rosy perche’ cosi’ ‘aiuterebbe il partito (à)’". Twitter, riporta il SOLE 24 ORE, ha gia’ incoronato Maroni come leader del Carroccio, anche se "Bossi resta in gioco". "Nel futuro della Lega, Roberto Maroni appare in pole position, almeno nelle opinioni di coloro che scrivono tweet, ma Bossi non e’ assolutamente fuori dai giochi, almeno per un terzo delle opinioni: e’ quanto emerge da una ricerca intitolata Voices From the Blogs (Vfb), realizzata dall’universita’ degli studi di Milano negli ultimi giorni. Dopo le dimissioni di Bossi, secondo i ricercatori, ‘in pochissime ore il web e’ stato letteralmente inondato da una tempesta di tweet che commentavano la situazione in casa Lega. Per fare un po’ di chiarezza sulle opinioni della rete, VfB ha analizzato tempestivamente oltre 33 mila tweet pubblicati tra il 5 e l’8 aprile, la meta’ dei quali (16 mila) riflette l’opinione dei cittadini lombardi’. ‘La maggioranza relativa addita tutti i dirigenti leghisti come colpevoli dello scandalo sui rimborsi elettorali (35,7%). Ma se c’e’ da trovare un colpevole, ben prima del tesoriere Belsito (5,7%) o financo dello stesso Bossi (17,4%), il dito degli italiani punta con decisione contro la famiglia del Senatur e il cosiddetto cerchio magico (21,5%)’". –