Umberto Bossi e Roberto Maroni da soli sul palco ieri sera a Bergamo per dare l’immagine della ritrovata unità politica tra loro, dopo mesi di polemiche più o meno sotterranee. Anzi, l’ex ministro degli Interni – tra applausi e slogan a suo favore – dichiara che qualora Bossi si dovesse ricandidare alla segreteria del partito lui lo voterebbe senza indugi. E’ il suggello alla ritrovata unità politica tra loro. La ‘notte dell’orgoglio padano’ voluta da Maroni raduna migliaia di militanti leghisti che chiedono si faccia pulizia al più presto dopo le inchieste giudiziarie abbattutesi sul Carroccio con l’accusa di uso privato di rimborsi elettorali e le dimissioni da consigliere regionale lombardo di Renzo Bossi. Quanto a Rosy Mauro, il cui nome è stato fischiato più volte nella manifestazione di ieri sera, la vicepresidente del Senato conferma in tv a ‘Porta a Porta’ che non ha intenzione di dimettersi dal proprio incarico istituzionale e che quelle contro di lei sono solo ‘menzogne’. La sorte dell’ex amministratore Francesco Belsito è invece segnata: sarà espulso nella riunione di domani del Consiglio federale del partito dove potrebbero essere annunciate altre espulsioni.
Il primo a prendere la parola e’ Maroni: ‘Sono giorni di passione e di dolore per l’onta che abbiamo subito di essere considerati un partito di corrotti.
Sono momenti di dolore per noi, per i militanti, per Bossi che non si merita quello che e’ successo. Ho provato anche personalmente orrore per le accuse di collusione con la n’drangheta e la mafia: e’ inaudito’.
L’ex ministro fa leva sulla voglia di reagire dei militanti del Carroccio: ‘Oggi e’ anche il giorno dell’orgoglio di essere leghisti. La reazione che vediamo stasera e’ di quanti non ci stanno e vogliono ripartire: stasera noi ripartiamo.
La Lega non e’ morta e non morira’ mai, riparte da qui. Ma dobbiamo fare pulizia. E’ inaccettabile la violazione del nostro codice morale. Noi siamo diversi dagli altri partiti: chi sbaglia paga’. Maroni tende la mano al senatu’r: ‘Chi ha preso i soldi della Lega li dovra’ restituire fino all’ultimo centesimo. Conosco Bossi da quarant’anni: lui non c’entra niente ma ha fatto un gesto di grande dignita’, si e’ dimesso. Giovedi’ prossimo il Consiglio federale provvederà all’espulsione di Belsito. Abbiamo chiesto di dimettersi a Rosy Mauro, ma ha detto di no. Mi spiace, se non si e’ dimessa da sola. Ci pensera’ la Lega a dimetterla. Chi sarà ritenuto responsabile paghera’ anche con l’espulsione. Non e’ pero’ una caccia alle streghe’.
L’ex ministro degli Interni indica alla platea quattro regole da seguire d’ora in poi affinche’ non si ripetano casi di corruzione nel partito: ‘La prima: i soldi alle sezioni e ai militanti. Seconda regola: meritocrazia, chi e’ capace va avanti. Terza regola: largo ai giovani, ne abbiamo tanti.
Quarta: fuori chi viola le regole della Lega ma oltre a fare pulizia dobbiamo pensare all’unita’ del movimento per vincere la nostra battaglia finale: la Lega Nord per l’indipendenza della Padania’.
Maroni usa toni radicali: ‘La Padania non e’ mai stata minacciata come adesso: dalla crisi, dal governo, dalla finanza internazionale, dalla partitocrazia rappresentata da Roma. Tenteranno di dividerci, ma non ce la faranno. Ma dobbiamo fare presto con la pulizia, dando subito il segnale di ripartenza’.
Il discorso si chiude con una dichiarazione a effetto che scatena il plauso della manifestazione: ‘Non voglio niente per me, se Bossi si ricandidera’ come segretario io lo votero’. Risorgeremo e torneremo quelli del 1991.
Abbiamo un sogno nel cuore: diventare alle prossime elezioni politiche il primo partito della Padania. Stiamo uniti’. E’ tuttavia proprio Maroni a uscire ieri sera rafforzato nel suo ruolo di probabile nuovo leader della Lega Nord.
Subito dopo tocca a Bossi: ‘Voglio dire che siamo uniti ma una specie di complotto c’e’ stato. Belsito? Il nostro ex tesoriere stava morendo, affido’ tutto a Belsito, mi chiese di prenderlo al suo posto. Maroni? Lui non e’ mai stato un traditore. La cosa principale stasera e’ fare un giuramento da parte di chi deve dirigere la Lega. I cerchi magici non esistono. Hanno scritto che mia moglie fa le messe nere e invece insegna a scuola. I miei figli? Li ho rovinati io facendoli entrare nella Lega’.
Il presidente della Lega Nord fa l’ autocritica e appare commosso: ‘E’ stata una persecuzione, i miei figli volevano collaborare, sbagliai, dovevo mandarli via. Vi chiedo scusa per chi porta il mio nome’. Se la prende con i cronisti: ‘Canaglia giornalistica, hanno raccontato menzogne, sono prezzolati, farabutti al servizio del sistema. Ma quello che e’ avvenuto, e’ avvenuto. I parenti di primo e secondo grado non devono piu’ lavorare nella Lega’.
Bossi chiude il suo intervento scatenando gli applausi della folla: ‘Siamo l’ unico partito di opposizione al governo Monti e hanno cercato di fermarci. Ripartiamo contro il nemico di sempre: il centralismo romano, il centralismo canaglia’.