IL VOTO NON DEVE ESSERE UNA DELEGA IN BIANCO AI PARTITI

Egregio Direttore,

ha ragione R.Caielli (lettera 189/4 di Varese News) quando scrive che “c’è bisogno di una soluzione e non di una continua denuncia del malaffare”, che come si è visto coinvolge ormai pressoché tutti i partiti, anche i più “duri e puri” come la Lega che diceva di voler opporsi al sistema ma dallo stesso è stata poi fagocitata e travolta. DARE IL VOTO AD UN PARTITO OGGI è come dare una DELEGA IN BIANCO, specialmente con la vergognosa legge elettorale vigente che permette ai capipartito di candidare e far eleggere chi vogliono, pertanto COSA FARE? Continuare ad andare a votare con questa legge è un suicidio!
Sarebbe sì ora di PASSARE DALLA PROTESTA ALLA PROPOSTA, secondo il vecchio slogan, ma a condizione che i partiti nei loro programmi ci dicano chiaramente quali provvedimenti intendono adottare soprattutto per RENDERE PIU’ DEMOCRATICO IL SISTEMA, che così com’è ora è quanto di più antidemocratico ci possa essere. Ad esempio una proposta intelligente mi sembra quella del lettore che si firma “Valentino il Vecchio” (lettera 173/4), che dice che darà il voto (unica arma in mano all’elettore) a chi rinuncerà al finanziamento pubblico ai partiti. Tanto per cominciare mi sembra che sia un’ottima proposta, rispettosa anche della volontà popolare che con un Referendum aveva votato NO AL FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI. Alla quale potrebbero aggiungersi altre non meno valide, quali ad esempio: la ESCLUSIONE DALLE LISTE ELETTORALI DI PERSONAGGI INQUISITI O COMUNQUE DI DUBBIA MORALITA’, soprattutto se già eletti in precedenti elezioni ; l’obbligo di PRESENTAZIONE DI CURRICULA PROFESSIONALI CON TITOLI DI STUDIO NON FASULLI, da vagliare da una commissione di “probiviri” designati dalla base; l’ABOLIZIONE DELL’IMMUNITA’ PARLAMENTARE per reati non strettamente connessi all’attività politica (da far giudicare da una Commissione di Magistrati esterna al Parlamento); la LIMITAZIONE TEMPORALE A DUE O TRE MANDATI NELLE PUBBLICHE ISTITUZIONI e l’imposizione di un TETTO DI ETA’ (la politica non dovrebbe essere intesa come una “professione lucrativa” per tutta la vita, ma come una “prestazione temporanea” in favore della collettività, anche per evitare il consolidamento di “cricche” politico-affaristiche e consentire il fisiologico “ricambio” della classe politica dirigente); l’introduzione di MECCANISMI DI DEMOCRAZIA DIRETTA sia ALL’ESTERNO (es. Referendum “propositivi”, e non solo abrogativi, con abbassamento significativo del numero dei proponenti ed abolizione del “quorum” – chi non va a votare peggio per lui! come in Svizzera) che ALL’INTERNO DEI PARTITI (con dibattiti, convegni e più frequenti congressi) per dar voce a chiunque voglia attivamente partecipare alla vita pubblica anche se non ricopre cariche istituzionali; una MAGGIORE RAPPRESENTANZA FEMMINILE e GIOVANILE NELLE LISTE ELETTORALI; e così via, chi ha altre proposte convincenti le avanzi. Solo se i Partiti torneranno a rappresentare VERAMENTE la società civile la nostra democrazia “rappresentativa” (I politici attuali sono per la maggioranza rappresentanti solo di se stessi!) potrà salvarsi. I concetti che ho espresso potrebbero costituire delle “LINEE GUIDA” per gli elettori di buon senso che vorranno tenerne conto all’atto del voto.
Grazie per l’ospitalità.

Giovanni Dotti