Dopo il miracolo che è riuscito a tenere in vita Fabrice Muamba, ecco che il mondo del calcio ripiomba in una tragedia che sembra ricorrente negli ultimi anni. Piermario Morosini, 25enne centrocampista del Livorno, ha perso la vita oggi durante una partita di Serie B contro il Pescara, allo stadio Adriatico.
Il suo non è il primo caso di morte improvvisa in campo di un atleta. Giuliano Taccola, attaccante della Roma, si spense a Cagliari nel tragico pomeriggio del 16 marzo 1969. Il giallorosso, che aveva seguito la sua squadra in trasferta, accusò un malore negli spogliatoi al termine della gara, morendo su un’ambulanza durante il tragitto verso l’ospedale. Nel 1977 un’altra tragedia: Renato Curi perse la vita durante un Perugia-Juventus nello stadio Comunale di Pian di Massiano che oggi porta il suo nome. Il giocatore degli umbri si accasciò improvvisamente a terra dopo uno scatto, e i soccorsi si rivelarono inutili. Nell’ultimo decennio drammatica la vicenda che coinvolse Mar Vivien Foè, centrocampista camerunense morto in campo il 26 giugno del 2003 durante la semifinale di Confederations Cup contro la Colombia. Il giocatore, a quel tempo in forza al Manchester City, fu portato via in barella a 15 minuti dalla fine della gara: 45 minuti di rianimazione non bastarono per tenerlo in vita. Nell’ottobre del 2004 fu il turno di Paulo Sergio Oliveira da Silva ‘Serginho’, colpito da un attacco cardiaco durante una partita contro il San Paolo.
Tragedia anche quella che colpì la Spagna: nell’estate del 2007 Antonio Puerta, giocatore del Siviglia, fu vittima di ripetuti arresti cardiocircolatori durante la partita di Liga del 25 agosto contro il Getafe: il difensore morì 3 giorni dopo, all’età di 22 anni.