Le Università italiane su Twitter cinguettano poco…

Il 64 per cento dei 25 atenei maggiori per numero di iscritti (dati Miur) registra una presenza sul sito di microblogging, fra questi soltanto le Università di Padova, Torino, Politecnico di Milano e Politecnico di Torino hanno un numero di “follower” superiore a 2.500. Questi i primi dati che emergono dall’analisi svolta da Universita.it il quotidiano d’informazione universitaria più letto dai giovani, che dopo aver analizzato il rapporto tra Università e Facebook ha deciso di osservare come si comportano gli atenei italiani su un altro importante mezzo di condivisione: Twitter Il dato fondamentale che deriva dalla ricerca è quello che mostra un tipo di utilizzo da parte degli atenei della rete sociale di ultima generazione, molto frammentario e non organico. Oltre ai “primi della classe” infatti, la maggior parte degli atenei registra un bassissimo numero di tweet e di interazioni con i propri follower. In particolar modo gli atenei di Bari e la Sapienza di Roma hanno “cinguettato” meno di 200 volte dal momento del debutto, mentre l’ateneo di Napoli ha mandato online solo 27 tweet, fino ad arrivare all’Università di Cagliari che nonostante i suoi 1.300 follower non ha mai twittato. In altri casi invece – come per l’ateneo di Firenze – la presenza sul social network non è ufficiale, ma legata a una spontanea iniziativa degli studenti, o in alternativa – ed è il caso di Bologna – affidata ai media universitari (UniBo Magazine). Un rapporto complesso quello tra gli atenei e twitter che evidenza la scarsa volontà dell’università italiane di interagire con i propri studenti attraverso un nuovo strumento di comunicazione diventato oggi un potentissimo mezzo di condivisione.
Anche dalla prima analisi, ovvero quella che considerava il rapporto tra Facebook e atenei, emergeva che al 31 gennaio 2012 il 66 % delle università italiane aveva un profilo facebook ma spesso usato in modo saltuario.
Mettendo a confronto le due analisi, svolte dal team di Universita.it e coordinate da Gioia Pistola, ne emerge un unico dato: anche gli atenei che hanno una propria pagina o un proprio profilo lo usa in modo poco incisivo e discontinuo.