E’ un vero e proprio "risiko" quello a cui si sta assistendo nelle ultime ore all’interno dei palazzi della politica. Pier Ferdinando Casini ha azzerato le cariche nell’Udc e oggi lancia il partito della nazione, una confederazione che vada oltre l’unione con Fli e Api. Allo stesso tempo Beppe Pisanu presenta (insieme a Lamberto Dini) un documento sottoscritto da una trentina di senatori che chiede il "superamento del Pdl" e sia lo spunto per una riaggregazione liberaldemocratica di laici e cattolici. Intanto Berlusconi va al contrattacco e fa sapere di aver incontrato Luca Cordero di Montezemolo. Manovre, commenta Massimo Franco nella sua Nota sul CORRIERE DELLA SERA, che testimoniano come si stia sciogliendo "l’iceberg del voto moderato" che "per oltre un quindicennio hanno unito e intrappolato il voto moderato: quello leghista con l’accelerazione drammatica delle inchieste giudiziarie; il Pdl nel limbo ambiguo di una leadership di Silvio Berlusconi che cerca di sopravvivere sotto il pelo dell’acqua. E tutti manovrano per ritrovarsi nella posizione di eredi naturali, se non legittimi. Si assiste dunque a una serie di simulazioni su quello che potrebbe essere il sistema politico postberlusconiano (à)".
LA STAMPA, in un retroscena a firma di Amedeo La Mattina, svela come l’operazione "Nuovo Polo per l’Italia" (questo e’ uno dei nomi che circola) "doveva partire dopo le amministrative. Casini invece ha bruciato le tappe prendendo in contropiede Fini e Rutelli. L’accelerazione degli ex Dc non e’ piaciuta. Ancora meno il tentativo di far credere che nella costituente dei moderati verranno tirati dentro anche alcuni ministri. L’altra sera a ‘Otto e Mezzo’ Casini non l’ha escluso: a Lilli Gruber, che gli chiedeva se nella squadra ci sara’ anche Passera, ha risposto sornione: ‘Si vedra’. ‘In questo modo si rischia di destabilizzare Monti’, e’ stato il commento di Fini al vertice che ieri si e’ svolto nell’ufficio del presidente della Camera. E dello stesso avviso e’ stato Rutelli per il quale ‘i tempi sono sbagliati’ perche’ era opportuno aspettare la chiusura delle urne delle amministrative. Casini pero’ ha voluto rassicurare i suoi interlocutori. Ha spiegato che non intende fare nulla senza il resto del Terzo Polo e che l’annuncio dello scioglimento del suo partito e’ dettato dall’esigenza di preparare il congresso dell’Udc a giugno, spianando la strada al contenitore unico dei moderati. In ogni caso, Fini e Rutelli non hanno scelta: devono seguire i tempi dettati dall’ex presidente della Camera che cosi’ tende la rete a maglie larghe dentro cui dovrebbero finire pezzi del Pdl e del Pd.
Singoli dirigenti, ma soprattutto elettori in libera uscita dal partito di Alfano dopo il voto di maggio. E poi il Grande Sud di Micciche’, ‘sindacalisti intelligenti’ come Bonanni, imprenditori come Marcegaglia (con Montezemolo non corre buon sangue), esponenti dell’associazionismo cattolico come il presidente delle Alci Oliviero e ministri come Riccardi, Profumo, Ornaghi, Severino e Giarda. Passera in particolare (à)".
Ironico il commento di Vittoro Feltri, che in un editoriale sul GIORNALE parla di "partito degli illusi", e scrive: "La Seconda Repubblica fara’ la stessa fine della Prima. Anzi, e’ gia’ morta. Bisogna solo stabilire il giorno del funerale e avvertire del decesso tutti quelli che campano di politica, in modo che possano trovare una ciambella cui aggrapparsi per non affogare. Pier Ferdinando Casini, notoriamente abile a nuotare nelle torbide acque del Palazzo, ha intuito al volo che i partiti sono invisi al popolo e ne ha inventato uno nuovo. Nuovo si fa per dire. Infatti nasce in una culla vetusta, quella dell’Udc, a sua volta nata e cresciuta in un ambiente decrepito e infestato dalle scorie della Democrazia cristiana. Il leader ovviamente sara’ lui stesso, Casini, ex ragazzo di bottega di Arnaldo Forlani, da cui ha ereditato, fra tanti difetti, anche un pregio: la capacita’ di stare al mondo senza sporcarsi le mani col lavoro. La mossa li’ per li’ sembra furba. Le attuali formazioni politiche sono piu’ in crisi dell’economia, la gente non se ne fida piu’ e ha addirittura rivalutato Beppe Grillo; probabilmente alle elezioni del 2013 (se non saranno anticipate) verranno bocciate. Dunque non sono per nulla rappresentative. Di qui l’idea del leader postdemocristiano di demolire l’Udc, utilizzando le macerie per assemblare una compagine dall’aspetto meno usurato".
Il CORRIERE DELLA SERA da’ risalto alla "mossa" di Pisanu e spiega: "La chiave di lettura e’ il titolo del paragrafo cinque, dove in neretto e’ scritto: ‘Oltre il Pdl’. Ma il senatore Beppe Pisanu, che dell’appello ai colleghi di partito e’ il primo firmatario con Lamberto Dini, placa le acque che lui stesso ha contribuito ad agitare: ‘Non e’ affatto una fronda, e’ una proposta che si rivolge ai parlamentari del Pdl, ma che abbiamo reso pubblica con l’intento di parlare col resto del mondo politico’. E Berlusconi? L’ex premier teme che Casini voglia fargli le scarpe… ‘Un mesetto fa ú risponde Pisanu ú gli ho esposto queste idee e l’ho trovato particolarmente attento e sensibile’. Non vive la sua iniziativa come uno strappo? ‘Io di certo no… E se devo giudicare dalle reazioni dei nostri dirigenti, neanche loro (à)’". E in un’intervista al MESSAGGERO e’ lo stesso Lamberto Dini a spiegare che "si tratta di una iniziativa che va nella direzione della costruzione di un partito dei moderato", "bisogna – ha aggiunto – che ci sia un impulso nuovo. Quello di Pisanu e’ uno sforzo che va in questa direzione".
Per il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, si tratta solo di "giochetti da Prima Repubblica" che "mettono a rischio la vita del governo". E in un’intervista alla REPUBBLICA spiega: "Se Pisanu vuole fare il partito della Nazione scelga nuovi strumenti anziche’ i vecchi. Si presenti agli elettori senza farsi portavoce di manovre o fronde", "sono atti di irresponsabilita’ nei confronti del governo. Sia la chiamata di Casini ai ministri tecnici sia il documento dei senatori’.
Immaginare il superamento del Pdl in un momento in cui tutto cambia e’ cosi’ grave? ‘Non e’ il contenuto di quel testo a creare problemi. Anzi. Li’ si espone lo stesso progetto che hanno in testa il Pdl, il suo segretario Alfano e il presidente Berlusconi. Le dico di piu’: in calce a quelle righe ci potrebbe essere anche la firma di Berlusconi. Ma quando un contributo diventa il mezzo per organizzare una fronda o per dire che nasce una nuova forza politica, non funziona, non va bene. Vedo che molti firmatari se ne sono accorti e stanno prendendo le distanze’. A dire la verita’ Pisanu e Dini sono pronti a incassare altre adesioni. ‘E perche’ dovrebbero farlo? Per raccogliere nuove smentite? Se Pisanu e Dini avessero scritto un programma che, ripeto, e’ in linea con il progetto di un grande partito dei moderati e si fossero limitati alle loro due firme, il problema non si porrebbe. Oggi invece vedo un documento che si sta sgonfiando come una bolla di sapone. E i promotori che restano soli (à)’". E Berlusconi? IL MESSAGGERO svela in un retroscena la mossa "anti fronda" del Cavaliere: corteggiare Luca Cordero di Montezemolo per uscire dalla stretta. "La risposta di Silvio Berlusconi all’affondo dei frondisti di Beppe Pisanu e al Partito della Nazione, arriva in serata dagli schermi del Tg5 che esalta l’ultima fatica imprenditoriale e su rotaie di Luca Cordero di Montezemolo, con tanto di intervista sull’Italia che è ‘un grande paese’ e sulle ‘tasse da ridurre’. Una ‘storia italiana’ quella del presidente della Ferrari e leader di Italia Futura, che si è più colte intrecciata con i destini del cavaliere e che lo stesso Berlusconi considera ‘simile alla mia’"