Le condanne oggi sono di rito ma lo spettacolo offerto al Marassi dalla tifoseria genoana fa paura: lancio di lacrimogeni, proteste virulente che hanno spinto l’arbitro a interrompere la partita contro il Siena per oltre mezz’ora, quando la squadra di casa a inizio secondo tempo era già sotto di 4 reti. Prima vittima della débacle sportiva l’allenatore Alberto Malesani: non è ufficiale ma come conferma Il Secolo XIX, Malesani è stato esonerato dal Genoa per la seconda volta nella stagione, dopo avere sostituito appena 20 giorni fa Pasquale Marino, che a sua volta lo aveva sostituito. A rimpiazzarlo già da oggi dovrebbe essere Luigi De Canio e la squadra – a serio rischio retrocessione – che mercoledì va a San Siro contro il Milan è già stata spedita in ritiro in Lombardia.
Ma è della débacle morale che si parla soprattutto. Una sessantina di tifosi hanno tenuto in ostaggio il campo, hanno costretto i giocatori a togliersi la maglia rossoblu nell’intervallo (perchè non avrebbero avuto il diritto di indossarla). Si è rifiutato Sculli, che ha cercato di trattare con gli ultrà. Anche il presidente Preziosi ha invocato la squalifica del suo campo.
"E’ violenza inaccettabile, questi non sono tifosi. Le norme e le immagini ci sono, ora mi auguro che non entrino mai più in uno stadio" ha detto il presidente della Figc, Giancarlo Abete. "Bene ha fatto Sculli a non togliersi la maglia", aggiunge il numero uno della Federcalcio. "Quelle persone vanno allontanate dallo stadio, creano un clima inaccettabile – ha concluso Abete -.
Quello che si è visto testimonia che ci sono soggetti che pensano che lo stadio sia una arena, e tutto ciò non è accettabile".