Il bando del ministero dell’Economia per l’acquisto di 400 autoblu cade sotto i colpi – e i post su Internet – dell’antipolitica. Intanto Beppe Grillo, oggetto secondo i commentatori delle critiche del Quirinale contro il populismo, dopo aver attaccato Napolitano se la prende col capo dell’Idv, Antonio Di Pietro.
"Anche l’inflessibile governo dei tecnici – si legge sul Giornale – , qualche volta, ingrana la retromarcia. Rapidamente, per rimediare alla figuraccia fatta davanti al Paese. E’ quel che è successo ieri: a Palazzo Chigi devono aver letto i giornali, compreso il nostro, che raccontavano la surreale storia delle 400 auto blu spuntate all’improvviso ad arricchire il già sontuoso parco macchine dello Stato. Monti e il suo vice all’Economia Vittorio Grilli hanno capito di essere scivolati su un tema assai pericoloso e così sono corsi ai ripari. Il ministero dell’Economia non comprerà più le auto. Dietrofront. Meglio non esporsi e non solleticare la rabbia che cova fra la popolazione, esasperata dall’esplosione di tasse e balzelli. Ora Palazzo Chigi raffredda la temperatura sempre più bollente con una nota che butta acqua sul fuoco delle polemiche: ‘Il governo non acquisterà nuove auto blu nel 2012 e auspica, per le amministrazioni territoriali, l’adozione di un’analoga impostazione’. Addirittura. Il governo scopre di voler dare il buon esempio alle Regioni che, invece, in nome dell’autonomia, fanno sempre quel che gli pare. Ma allora dove nasceva la notizia diffusa dall’ Espresso e rilanciata dal Giornale ? Qui il comunicato vola come un surf su cavilli e parolone buone per tutte le stagioni. Dunque, Palazzo Chigi chiama in causa la Consip, la societa’ del ministero dell’Economia che ha scritto materialmente il bando galeotto, e rigira la frittata: ‘Il bando della Consip non determina automaticamente l’acquisto di nuove autovetture. Consip stipula soltanto un accordo quadro che puo’ essere utilizzato dalle pubbliche amministrazioni per soddisfare le necessita’ di spostamento sul territorio’. Come si vede, la prosa e’ un capolavoro di equilibrismo e ambiguita’ e ci vorrebbe la lente d’ingrandimento per afferrarne il senso, ma il messaggio dovrebbe essere chiaro: Palazzo Chigi, rosso di vergogna, blocca l’acquisto dando al bando, pubblicato in gennaio, un valore assai modesto. Si trattava, secondo l’interpretazione autentica, di un accordo quadro, non di una lista della spesa. Mah. Di sicuro si prevedeva che le quattrocento berline, di cilindrata non superiore ai 1.600 cc, avrebbero avuto un costo di circa dieci milioni di euro. Che sobrietà. Ora veniamo a sapere che le cose stanno diversamente. Anzi, il seguito è quasi commovente: ‘Il bando è pensato soprattutto per le esigenze delle forze dell’ordine e di quelle che svolgono servizi di utilità sociale che, più di altre, hanno bisogno di mezzi operativi. Attualmente infatti il 61 per cento del parco auto ha tra i 5 e i 10 anni. Gli elevati e continui costi di manutenzione – prosegue Palazzo Chigi rendono l’utilizzo di queste vetture, oltre che inquinante per l’ambiente, particolarmente diseconomico ‘. Sembra di stare fra le pagine di un manuale di educazione civica. Altro che sprechi e status symbol di una casta che non ne vuol sapere di fare i sacrifici che impone agli italiani. No, la coppia Monti-Grilli cerca di accreditare il passo falso come fosse una meritoria cura dimagrante: ‘Il governo ha avviato, con decreto del presidente del Consiglio del 13 gennaio 2012, una politica di riduzione dei costi di gestione delle autovetture. Già nel 2011 c’è stato un taglio del 13 per cento rispetto all’anno precedente’".
Su LA REPUBBLICA si legge dello scontro politico fra Beppe Grillo e Di Pietro. "Un ‘vaffa’ anche a Di Pietro. Beppe Grillo lo mette sul blog, perchè si è sentito insultato dall’amico: ‘Le parole di Tonino mi lasciano sbigottito. Spero sia stato un lapsus. Da lui, proprio da lui non me l’aspettavo’. E online si scatena un putiferio di grillini, che apprezzano la reazione di Beppe e al leader di Idv mandano a dire cose del tipo: ‘… finchè eri tu che appoggiavi me, eri una bravissima persona, ma ora che mi fai concorrenza…’. E anche di più pesanti. Lo scontro si scatena dopo un’intervista di Di Pietro: Grillo, dice, ‘e’ uno che mira a sfasciare e basta, mentre io critico ma voglio costruire un’alternativa, lanciare un modello riformista e legalitario’. Dopo, e’ un crescendo: le frasi dure sul blog di Grillo (accanto al cappio all’euro, moneta da cui ‘dobbiamo uscire, non possiamo permettercelo’); la replica di Di Pietro (‘L’amico Grillo e’ fuori luogo, non gli hanno riportato bene le mie frasi pero’ noi di Idv andiamo oltre la protesta e facciamo proposte concrete’). Eppure i due erano tanto amici. Il "no Cav day" di piazza Navona nel 2008 li aveva visti insieme, anche se Grillo aveva fatto il suo show in collegamento telefonico, e Di Pietro poi aveva preso le distanze dagli insulti a Napolitano. Grillo ora e’ contro tutti. E tutti sono contro Grillo. Il suo "Movimento 5 Stelle" cresce continuamente nei sondaggi. Lui alza ancora il tiro contro Napolitano: ‘E’ un presidente anticostituzionale’. (Di Pietro fa sapere che anche Idv aumenta i consensi, avendo sfiorato il 9,5%). Il 25 aprile il comico aveva detto tra l’altro che i partigiani, di fronte a tanto deserto, avrebbero forse imbracciato di nuovo le armi.
Bersani s’indigna. ‘Grillo non si permetta di insultare Napolitano – avverte il segretario democratico – e non si azzardi a dire cosa farebbero i partigiani, che saprebbero cosa dire dell’Uomo Qualunque’. Il capo dello Stato l’altroieri aveva fatto un riferimento al ‘demagogo di turno’, citando proprio "l’Uomo Qualunque" di Guglielmo Giannini. Di Pietro infine esorta Grillo: ‘Voglio metterci l’uno contro l’altro, non cadere nel trabocchetto’. Si sente, il comico, sicuro delle sue mosse. Nel comizio serale nella "rossa" Budrio, nel bolognese, contrattacca al suo solito modo: ‘Ci stanno accusando di essere populisti e demagoghi, ma non riescono a venirne fuori. I partiti si stanno suicidando da soli’. Aggiunge che il "Movimento 5 stelle" ‘non vuole sostituirsi ai partiti: quando fanno i sondaggi e chiedono alla gente chi voterebbero tra centrodestra e centrosinistra, il 99% delle persone li manda affanculo…
noi siamo il primo movimento di cittadini d’Europa’. Il vento dell’antipolitica soffia e spinge le vele grilline. E’ una forza d’urto contro cui i partiti si attrezzano: anche la corsia celere sul dimezzamento dei finanziamenti ai partiti, voluta da Bersani e su cui c’e’ un intesa con il Pdl, e’ un antidoto". –