LAZIO: STANGATA PER UDINE E ROTTURA CONI SU OLIMPICO

Un raptus di nervosismo in un finale di campionato in cui quel sogno chiamato Champions a lungo accarezzato sembra scappare via. E ora anche la rottura con il Coni sul rinnovo del’affitto per l’Olimpico, che lascia la Lazio anche senza stadio. Giornate convulse per la Lazio di Reja che, a lungo terza in classifica, torna da Udine, dove ha subito la sua settima sconfitta consecutiva in trasferta facendosi agganciare proprio dall’Udinese, oltre che dal Napoli e dall’Inter, con la stangata del giudice sportivo: 4 turni a Marchetti, 3 a Dias e una multa al club. La corsa alla Champions è a quattro in queste ultime giornate in cui anche un gol in più potrebbe essere decisivo per la classifica avulsa. Allora ecco che quel triplice fischio volato dalla tribuna, anche se qualcuno, tra cui il responsabile della Comunicazione Stefano De Martino, è convinto che venisse da bordo campo, potrebbe risultare decisivo. A pagare insomma per quella follia al Friuli è stata la Lazio: fermato il portiere per 4 turni, e Dias per tre giornate, condite da un’ammenda di 20mila euro. Il loro campionato e’ di fatto finito, ma la societa’ non ci sta e attraverso De Martino fa sapere che presentera’ ricorso. Sulle squalifiche dei calciatori e la multa sicuramente, ma probabilmente contro l’omologazione del risultato. ‘Leggendo il referto sono un picchiatore, ma non è così – le sue parole a Lazio Style Radio -. Nel referto poi non ci sono provvedimenti per l’Udinese. I dirigenti dell’Udinese non c’erano. Abbiamo reagito a degli avatar pilotati da casa. Mi auguro che la societa’ reagisca con forza perche’ ritengo che quella di Bergonzi non sia stata una decisione giusta – ha poi aggiunto -. E’ successo qualcosa che in Serie A non si è mai visto’. A quel fischio i giocatori hanno mollato: Gonzalez si e’ fermato, Marchetti si e’ buttato a terra. E mentre l’arbitro Bergonzi faceva segno di proseguire Pereyra si e’ involato incontrastato realizzando la rete del 2-0, mandando su tutte le furie i biancocelesti. ‘E’ evidente che e’ un errore tecnico dell’arbitro – ha spiegato oggi il ds Tare a SkySport -. Chi conosce bene il regolamento sa che in quel momento la partita va fermata’. Il comportamento dell’arbitro, invece, non sarebbe stato lineare e cio’ avrebbe fatto innervosire i laziali. ‘La confusione c’e’ stata perche’ guardalinee e arbitro avevano detto che il gol era annullato – ha aggiunto -. Poi hanno deciso di validare il gol e fischiare la fine. Questo ha un scatenato l’ira dei giocatori’.
Marchetti ha spiegato la sua versione dei fatti: ‘Da Bergonzi volevo un chiarimento dell’episodio in questione e sul perche’ avesse cambiato la sua decisione, convalidando la rete dopo avere detto che il gol era da annullare – le sue parole pubblicate sul sito della societa’ -. Ma mi ha detto di andarmene e che non c’era piu’ niente da dire, girandomi le spalle. ho provato a chiamarlo due-tre volte, ma lui non si e’ girato. A quel punto ho cercato di fermarlo, attirando la sua attenzione’. A difendere l’operato di Bergonzi c’ha pensato il presidente dell’Aia, Nicchi. ‘Quello che e’ successo lo abbiamo visto tutti – ha dichiarato ai microfoni de ‘La Politica nel Pallone’ – e quello che e’ mancato e’ stato il buon senso.
La partita era chiusa ma ci colgono di sorpresa le reazioni imprevedibili: come possono dei professionisti avere reazioni cosi’ violente? L’arbitro non ha fischiato e ha fatto segnali inequivocabili di continuare il gioco, tant’e’ che uno si e’ fermato ma cinque hanno proseguito: a livello regolamentare ha fatto cio’ che doveva e solo lui poteva fermare il gioco’.
Al caos si aggiunge quello sullo stadio: a poche ore dalla scadenza per inoltrare la richiesta della licenza Uefa e’ saltato l’accordo con il Coni sull’affitto dell’Olimpico. La Lazio potrebbe quindi migrare altrove? In questa giornata convulsa, passa in secondo piano anche la dichiarazione di Klose che spera di recuperare per la sfida con l’Inter.