Spending review, buone intenzioni e acqua fresca

‘Buone intenzioni e acqua fresca’. E’ questo il titolo dell’editoriale del Corriere della Sera sulla spending review firmato da Alberto Alesina e Francesco Giavazzi che da pochi giorni è stato arruolato dal presidente del consiglio Mario Monti per fornire al governo analisi e raccomandazioni sul tema dei ei contributi pubblici alle imprese. "La spending review, e cioè l’analisi e revisione della spesa pubblica, ha partorito un timido topolino, un risultato quasi imbarazzante per il governo" si legge nell’editoriale che prosegue "In poche settimane dopo il suo insediamento, il governo Monti ha alzato la pressione fiscale di tre punti, dal 42,5 al 45,4% del Pil (era il 40% sette anni fa). Sulla spesa invece non ha fatto quasi nulla, tranne gli interventi sulle pensioni, certo importanti, ma i cui effetti si verificheranno in modo graduale nei prossimi anni.Secondo la spending review annunciata lunedì dal governo, non solo la spesa previdenziale non è rivedibile, ma in tempi ravvicinati non lo sono neppure i tre quarti di quella non previdenziale: e all’interno di questa non piu’ di 80 miliardi, ossia il 5% del Pil. A fronte di una spesa che raggiunge il 50% del Pil ed e’ in gran parte evidentemente inefficiente, l’obiettivo e’ di ‘rivederne’ (si evita accuratamente di usare il verbo ‘ridurre’) non piu’ di un decimo, e questo in un Paese in cui i contribuenti onesti sono soffocati dalla pressione fiscale.
E cio’ senza indicare nulla di concreto". Critico anche il garante per la privacy, Francesco Pizzetti per l’iniziativa del governo di chiedere ai cittadini di segnalare dove va tagliata la spesa segnalando via web gli sprechi. "Il modulo cui si accede dal sito chiede, correttamente di effettuare le segnalazioni fornendo dati personali: nome, cognome, e-mail e via dicendo. Ma non dice cosa succede al cittadino che dà informazioni scorrette e nemmeno chiarisce che tipo di informazioni il privato possa fornire in quella occasione. Siamo di fronte a denunce generiche o possono essere fatti i nomi e cognomi dei funzionari responsabili delle spese eccessive? Che conseguenze avranno le denunce dei cittadini su queste persone? E se volutamente sono state fornite informazioni sbagliate cosa succede? Queste informazioni non vengono date e come costituzionalista, non posso che essere perplesso" dice Pizzetti nell’intervista pubblicata a pagina 2 di Repubblica dove si duole del fatto che il governo ‘as usual’ (il precedente piu’ clamoroso quando l´Agenzia delle Entrate ha inserito i numeri telefonici fra i dati da chiedere ai contribuenti) non ha informato il garante prima di dare il via all’iniziativa. Intanto ieri sono stati definiti i poteri del supercommissario Enrico Bondi che presentera’ un piano entro 15 giorni elaborato – si legge sul Tempo a pagina 5 – sulla base del Rapporto del ministro Pietro Guarda nel quale viene quantificato in 295 miliardi la spesa pubblica potenzialmente aggredibile, di cui 80 oggetto a breve di revisione, 4 a brevissimo dal momento che "confrontando l’ultimo conto economico con quello del Def 2011 si evince che la previsione di spesa è calata di 4,2 miliardi (anziche’ di 8,7) e quella sul 2013 di 19,5 (anzichè 23,6)". Non è praticabile invece la proposta del segretario del Pdl Angelino Alfano sulla compensazione dei debiti non pagati dalla pa alle imprese. Alfano intervistato dal Corriere della Sera a pagina 5 dice che con il premier (che aveva polemizzato con chi predica l’evasione fiscale chiarendo che non si riferiva ad Alfano) è tutto chiarito e sul voto al Senato che ieri sulle ‘pensioni d’oro’ dei grandi manager di Stato ha mandato sotto il governo dice "E’ stato un segno di equita’". Quanto invece alle nomine del governo, in particolare l’incarico ad Amato (incaricato della riforma del finanziamento dei partiti) "nè il Parlamento nè i partiti sono commissariabili. Sulle nomine ufficializzate lunedì ha fatto bene a non consultarci. Lo stesso varrà sulla Rai per le scelte che non sono di competenza del governo".