IL VOTO DOVREBBE ESSERE DETTATO DALLA RAGIONE

Egregio Direttore,

come giustamente ricorda il dr. Passarello (lettera n. 201 del 12/5 su VARESE NEWS) in democrazia il VOTO è l’unica arma in mano al Cittadino per cambiare le cose e mandare a casa chi non merita più di governarci. Ma purtroppo, come poi scrive, “al di là della legge elettorale i fattori anche di carattere utilitaristico che ci influenzano al momento di fare scelte politiche sono i più disparati e talvolta irrazionali”. Concordo pienamente con questa sua saggia osservazione. Infatti se anche chi ha “una testa per ragionare” può sbagliare, figuriamoci quanti mossi dall’irrazionalità e/o accecati dalla infatuazione possono accordare la loro fiducia a partiti o persone da cui solo “col senno di poi” si accorgeranno di esser stati fregati. Di questo si preoccuparono due illustri studiosi del passato: GAETANO MOSCA e VILFREDO PARETO, i quali paventarono che coll’avvento del “suffragio universale” il popolo impreparato potesse dar credito a certi personaggi che per essere eletti l’avrebbero blandito con speranze illusorie e promesse irrealizzabili. Cercarono cioè di evidenziare quanto il fattore psicologico, il sottofondo inconscio che muove le azioni umane, avrebbe potuto influire negativamente sul voto delle masse popolari. E quanto questo avrebbe potuto nuocere alla democrazia e alla libertà dell’individuo, in quanto indotto a votare per chi una volta eletto avrebbe anteposto i propri interessi personali ai doveri di “rappresentanza” scaturita dal voto popolare. Da qui sarebbero scaturite conseguenze nefaste sia per il Paese sia per quelle masse popolari che in buona fede avevano accordato fiducia a tali imbonitori, con un costante decadimento e imbarbarimento della vita pubblica e una progressiva crescita della corruzione a tutti i livelli. PROFETICI? Direi proprio di sì. Quanto temevano si è purtroppo avverato nel nostro Bel Paese e molti nel tranello ci sono cascati, con le conseguenze negative da essi temute. Con ciò non voglio assolutamente sostenere che l’estensione del voto alle masse popolari sia in se stessa un fatto negativo, ma che in effetti lo possa diventare qualora non sia accompagnata da un loro adeguato livello culturale, che solo può rendere l’uomo libero dagli istinti irrazionali e attivamente partecipe e responsabile, farlo ragionare con la propria testa e indurlo a votare non già per chi lo circuisce con false promesse o lo terrorizza con false paure, ma per chi razionalmente ritenga che possa operare per il “bene comune” in quanto comprensivo anche del proprio “bene individuale”.
Come già scrissi recentemente la “cultura dell’ignoranza” imperante negli ultimi decenni e alimentata da una certa classe politica ha portato buona parte del popolo italiano a identificarsi ed affidarsi a certi personaggi senza etica e senza scrupoli, che hanno avuto tutto l’interesse a mantenerla in una atmosfera subculturale (spettacolo, sport, sesso ecc.) dorata e irresponsabile, in modo da poterla tenere facilmente a bada con illusorie e false promesse e poter così fare indisturbati (”uomini del fare!”) i propri “affari”al riparo da occhi indiscreti. Ora che con la “crisi” economica e gli innumerevoli scandali i nodi son venuti al pettine e il velo si è improvvisamente squarciato (in questo nella crisi scorgo un effetto positivo, quello della “responsabilizzazione” di tanti che credevano che la “GRANDE ILLUSIONE” potesse durare all’infinito) spero vivamente che molti si ravvedano e che il voto “razionale e responsabile”, sopratutto delle nuove generazioni, provvederà a cancellare dal “teatrino della politica” almeno una buona parte di questi squallidi personaggi.

Giovanni Dotti