In Europa over65 con incontinenza saranno 107 mln nel 2050

L’incontinenza rappresenta un problema socio-sanitario rilevante per il quale è sempre più importante trovare risposte soddisfacenti sia in termini di efficacia, sia di rapporto costo/beneficio, soprattutto in relazione all’invecchiamento della popolazione. E’ una patologia in continuo aumento. Nella sola Europa nel 2000 gli ultra65enni erano 71 milioni e si stima che arriveranno a essere 107 milioni nel 2025 e 165 milioni nel 2050. Fondazione italiana continenza, di concerto con l’Area Sanità e Salute di Fondazione ISTUD, ha presentato oggi i risultati dello studio ‘Gestione dell’Incontinenza nell’anziano: appropriatezza e sostenibilita” realizzato per conoscere e valutare l’incontinenza urinaria sotto il profilo dell’impatto socio-economico sulle persone affette da tale patologia, sui loro familiari e su chi se ne occupa. Il problema – riferiscono i dati – può interessare qualunque fascia d’età ed entrambi i sessi, con una maggiore prevalenza nelle donne: nella popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni, infatti, la prevalenza negli uomini varia dall’1,5% al 5% mentre nelle donne dal 10% al 30%.
L’insorgenza d’incontinenza urinaria cresce all’aumentare dell’età: per i soggetti non ospedalizzati di età superiore ai sessant’anni, infatti, la prevalenza di incontinenza urinaria varia dal 15% al 35%. Nelle case di riposo, nelle residenze assistite e nelle corsie geriatriche fino al 70% dei degenti risulta incontinente, senza contare le persone anziane che vivono al proprio domicilio e ne sono frequentemente colpite.
‘Un ruolo chiave per ridurre l’entità del disagio, che deriva dalla condizione clinico-patologica – sottolinea Aldo Bono, componente del comitato scientifico della Fondazione italiana continenza che ha coordinato la ricerca, Primario Urologo Emerito dell’Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese e già Presidente SIU, Società Italiana di Urologia – è costituito dal corretto impiego degli ausili per l’incontinenza. Pertanto la loro qualita’ tecnica e le caratteristiche dell’offerta da parte del sistema assistenziale sono elementi cardine per analizzare le modalita’ con cui e’ possibile far fronte ai bisogni della persona incontinente, soprattutto se affetta da una forma di incontinenza medio-grave ed e’ in eta’ matura o avanzata’.
‘Non dimentichiamo – aggiunge – che l’incontinenza ha un impatto molto negativo sulla vita quotidiana della persona che ne soffre: la paura di bagnarsi, il disagio legato all’odore e alla sensazione di scarsa igiene provocano ripercussioni negative sullo stato di salute complessivo, nelle relazione sociali e nella qualita’ di vita, nonostante cio’ spesso non si pone la dovuta attenzione alle fasi di diagnosi, di classificazione, di terapia e soprattutto di eventuale recupero’. E, sottolineano gli esperti, ‘La sanita’ ha cominciato la propria spending review da tempo, indirizzando le gare per l’acquisto dei presidi prevalentemente su un risparmio a breve termine’. Ma, avvertono, questa e’ una modalita’ ‘miope’ di risparmio, ‘perche’ non tiene conto dei numerosi risvolti economici legati alla scelta di un ausilio piuttosto che di un altro e soprattutto non considerano gli aspetti principali per il paziente, il quantitativo e la qualita’ degli ausili fornito dall’ASL’.