
Mercoledì 18 maggio al Teatro Marrucino la rappresentazione teatrale della Polizia Penitenziaria di Chieti: lo spettacolo è organizzato dal Centro Servizi per il volontariato di Chieti e il ricavato finanzierà borse di studio per i corsi di informatica organizzati dall’Associazione Voci di Dentro in favore dei detenuti di ‘Madonna del Freddo’.
Una serata per sensibilizzare il territorio ai problemi della marginalità, della devianza ed all’importanza della funzione rieducativa della pena, nell’ottica di elevare la sicurezza sociale.
È il senso della rappresentazione teatrale che si terrà il prossimo 18 maggio, alle ore 21, presso il Teatro Marrucino, grazie alla sensibilità del Centro Servizi per il Volontariato di Chieti, che ha organizzato l’evento, alla disponibilità del Comune di Chieti, che lo ha patrocinato, e del Consiglio di Amministrazione del Teatro Marrucino nonché all’impegno della Compagnia Teatrale della Polizia Penitenziaria di Chieti, che ha proposto lo spettacolo come occasione per raccogliere fondi in favore dell’Associazione ‘Voci di Dentro’ ONLUS, da anni operativa nel sostegno ai detenuti abruzzesi e ora impegnata nell’offerta di corsi in informatica utili al loro prossimo reinserimento nel mondo lbero. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare alla rappresentazione di “Filumena Marturano”, la famosa commedia di Eduardo De Filippo messa in scena dalla Polizia Penitenziaria, con integrazione di altre figure professionali della Casa Circondariale di Chieti, per la regia di Paola Capone. E’ previsto l’ingresso libero, con la possibilità di elargire un’offerta all’Associazione ‘Voci di Dentro’, cui sarà destinato tutto il ricavato dell’evento, dato che ogni spesa è sostenuta dagli enti che patrocinano la serata (CSV di Chieti, Comune, Teatro Marrucino che generosamente ha concesso l’uso degli spazi).
Il personale della Casa Circondariale di Chieti, nel proprio tempo libero, si è coinvolto in questo ambizioso progetto teatrale a partire dalla consapevolezza che il carcere può e deve essere un’opportunità per ricominciare, cambiare e reintegrarsi nella società, e che questo passa innanzitutto attraverso la passione educativa di chi tutti i giorni lavora con e per i detenuti. Da queste motivazioni è nato l’incontro con le realtà territoriali coinvolte nel progetto, da anni testimoni di grande attenzione nei confronti del contesto penitenziaria, nella certezza che il carcere, secondo i principi della Costituzione, deve essere un luogo di speranza e di riconciliazione”.