Stampa e cronaca nera, per gli psicologi arrivano le linee guida. Presentate questa mattina presso la sede dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, le linee guida nascono dalla necessita’ di "osservare i canoni di una corretta condotta nell’ambito della comunicazione mass-mediatica", che sempre piu’ spesso vede gli psicologi invitati ad esprimere pareri e interpretazioni su fatti di cronaca. "Siamo contenti che si invitano anche gli psicologi a parlare di questioni importanti – ha affermato Marialori Zaccaria, presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio -. Queste situazioni, pero’, hanno determinato una spinta verso il voler sapere cose che e’ impossibile sapere. E’ impossibile che uno psicologo che non conosce personalmente le persone di cui si parla si spinga a fare diagnosi, come e’ successo col caso Misseri. Per questo abbiamo deciso di richiamare l’attenzione sul codice deontologico e fare un discorso etico su come ci si deve comportare all’interno di queste situazioni".
Numerose le segnalazioni arrivate all’Ordine degli Psicologi, ha spiegato Zaccaria, ma ad aver un ruolo e’ anche la ‘pressione’ dei media. "Le opinioni richieste riguardano diversi aspetti – spiega il testo -: commenti sulle indagini, predizioni e suggerimenti operativi, considerazioni su indagati, imputati, condannati e testimoni, valutazione di gesti e comportamenti dei singoli protagonisti, descrizione delle vittime, analisi della scena del crimine e altro ancora. In tutti questi casi agli psicologi e’ chiesto di mettere a disposizione competenze di tipo professionale e tecnicoscientifico, allo scopo di favorire e diffondere una maggiore comprensione dei singoli episodi e di contribuire ad orientare le opinioni ed i giudizi del pubblico".
Alla presentazione delle linee guida erano presenti anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio Bruno Tucci, la giornalista e conduttrice Rai Federica Sciarelli. "Si tratta di un problema che riguarda anche i giornalisti – ha aggiunto Zaccaria -. Spesso si arrivano a dire cose che non hanno nessun riscontro a livello scientifico. Per fare una diagnosi abbiamo la necessita’ di avere davanti il soggetto per poterlo capire. Non si possono fare diagnosi su quello che si legge sui giornali o sulle interviste. Troppo spesso, però, la nostra categoria professionale è soggetta a richieste che contrastano con gli obblighi e i doveri professionali".