L’Ue prepara le pagelle: promossa l’Italia di Monti

L’Ue promuove i conti dell’Italia e la sprona a proseguire sul cammino delle riforme. In un lungo articolo il corrispondente da Bruxelles della Stampa anticipa il giudizio che la Commissione si appresta a dare al governo Monti. "Roma non avrà bisogno di altri aggiustamenti. L’incognita per il pareggio di bilancio è il ciclo, ma lì c’è poco da fare. Piuttosto bisognerà rimboccarsi le maniche per correggere una competitività di sistema che costringe il Bel Paese ancora in mezzo al guado. Il piano di riforme del governo Monti è stato ‘rilevante a ambizioso’, stima Bruxelles. Tuttavia ‘restano margini per ulteriori interventi’ perchè lavoro, prodotto, reti, scuola e servizi riescano a funzionare come si deve nel mondo moderno. I tecnici del commissario Ue all’Economia, Olli Rehn, stanno dando gli ultimi ritocchi alle raccomandazioni da inviare alle capitali, i rilievi e i consigli per consolidare le politiche di bilancio e dare la scossa a quelle macroeconomiche, nel nome delle nozze tempestose fra rigore e crescita. E’ un esercizio delicato che rientra nell’ambito del "semestre europeo", fase in cui i Ventisette hanno deciso di verificare la compatibilita’ delle loro manovre finanziarie e dei piani di riforma con gli obiettivi comuni a dodici stelle. Ogni paese ha spedito il programma 2012, e la coda pluriennale, il 30 aprile. Mercoledi’ la Commissione presentera’ le conclusioni da proporre al Consiglio, cioe’ ai governi, che dovranno timbrarle al vertice di fine giugno. La pagella italiana e’ in fase di limatura, c’e’ un dossier gia’ revisionato, di sostanza anche se qualche modifica sara’ apportata. Sono due documenti, uno di sei e l’altro di ventinove pagine, di cui ‘La Stampa’ ha letto una copia. Il tono e’ incoraggiante per gli sforzi risanatori approntati dal governo, l’azione con cui nell’ultimo anno si e’ cercato di rimettere la macchina in carreggiata. Roma ‘ha adottato una decisa strategia di consolidamento – recita la bozza -, dovrebbe correggere il deficit eccessivo nel 2012’, e ‘raggiungere l’obiettivo di medio termine di una posizione di bilancio complessivamente equilibrata in termini strutturali nel 2013’. Ovvero ‘un anno prima di quanto raccomandato’, si precisa. La Commissione concede che ‘l’introduzione della regola del pareggio nella costituzione e’ un altro segnale della volonta’ dell’Italia di avere un solido impianto di finanza pubblica’, e nota che ‘e’ stato messo in opera un ampio spettro di misure per rafforzare la competitivita’ e la crescita’. Sono ‘risultati importanti’, sottolinea. Anche se ‘la piena realizzazione delle misure rimane una sfida, sopratutto laddove richiede la cooperazione di attori differenti’. E ‘ci sono spazi per progredire nell’agenda delle riforme’. Non e’ finita e, del resto, nessuno se l’aspettava. Bruxelles vede ‘impegni piu’ pressanti’ del governo Monti, nella finanza pubblica, nel lavoro, nell’istruzione e delle regole del mercato. Le cinque, per ora, raccomandazioni scritte dalla Commissione (si vedano le schede in pagina) ruotano intorno a mali strutturali ben noti. Hanno il tono comprensivo del maestro che dice all’alunno ‘bravo, hai fatto bene, ora devi fare di piu’. E’ ‘ambizioso’ il piano di riallocazione dei fondi di coesione Ue, ma ‘la capacita’ della pubblica amministrazione di assicurarne l’utilizzo va migliorata’. Costituisce un passo avanti l’intesa del giugno 2011 sulla contrattazione aziendale, ma ‘per avere costi del lavoro unitari piu’ dinamici il sistema va applicato sino in fondo’. L’aggettivo ‘ambizioso’ ricorre anche per la riforma del Lavoro varata il 4 aprile che, come da copione, Bruxelles chiede ‘sia completata da una ferma azione volta a ridurre l’economia sommersa’ che cela ogni anno il 22,2% del pil. Immediato il raccordo con la bassa occupazione femminile, i giovani a rischio di bamboccionismo, i laureati sottoimpiegati. ‘L’Italia è indietro nella formazione di capitale umano’, avverte la Commissione. Oltretutto manca una strategia complessiva per combattere chi lascia gli studi anzitempo.
Mentre la ricerca si muove, sì, però ‘con un livello di ambizione insufficiente’. L’invito alla manutenzione del motore dello sviluppo nazionale è pressante, arriva sino a dire che le discariche rifiuti sono ‘un costo per l’economia e un danno per l’ambiente’ (Corcolle docet?). Il risultato, almeno a questo punto, è che le raccomandazioni del 2011 sono state tutte rispettate ‘parzialmente’. Non è una bocciatura, l’impianto delle valutazioni che arriva la prossima settimana riconosce che l’Italia proviene da un passato di inadempienze che non si può correggere in un inverno. Nel prossimo mese il dibattito sulle pagelle sarà intenso. Lo scorso anno il testo della Commissione fu parecchio smussato dal negoziato fra le capitali. Mario Monti cerca nella parte buona delle raccomandazioni i margini per giustificare l’auspicata strategia per liberare, anche solo temporaneamente, un po’ di investimenti pubblici dai vincoli Ue di computo dei bilanci. Bruxelles certifica che Roma s’è impegnata ed è un buon viatico. Il resto va trattato in Consiglio. Per convincere i partner che l’Italia a metà guado per sue colpe e nonostante i sacrifici imposti dall’adesione ai principi del regole – ha bisogno di altro ossigeno che le consenta di arrivare sull’altra sponda. Quella dove il lavoro e il reddito si creano nella competitività. Cose che, da noi, sono anni che si vedono col contagocce".