Il Bel Paese delle convenienze

Il nuovo presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, nel suo primo intervento ha dichiarato che sono la burocrazia e il fisco le zavorre intollerabili per le imprese. Parole sante, che condividiamo, vista la mole di tasse che grava sulle spalle del contribuente e l’ostilità di una burocrazia che si sente padrona invece di essere al servizio del cittadino, che pure gli paga lo stipendio. In questo Bel Paese, però, ognuno ha inzuppato il biscotto nel cappuccino delle proprie convenienze. Lo hanno fatto le imprese quando ricevevano contributi che a nulla servivano, lo ha fatto la classe politica che si è attribuita privilegi, lo ha fatto la burocrazia che si è ritagliata ruoli di discrezionalità divenuti vessazioni, lo hanno fatto le categorie professionali, chiusi nella torre corporativa a difesa dei propri interessi. Ognuno ha guardato al proprio "particulare" (come direbbe il Guicciardini), al tornaconto personale, spesso procedendo come un carro armato sui diritti degli altri. Non pensiamo che l’uomo sia buono di natura ma riteniamo che le regole una volta scritte vanno fatte rispettare. Questo è principalmente il compito dei nostri legislatori, ovvero della Politica. Ma i politici sono quelli che vediamo e che il popolo italiano ha eletto. E, allora, di cosa si lamentano?

Primo Mastrantoni, segretario Aduc