ALLARME STRASBURGO, TROPPO RIGORE MINACCIA DIRITTI

Il troppo rigore che tanti europei stanno sperimentando sulla loro pelle non solo mette a repentaglio la salvaguardia dei diritti umani e sociali per le fasce più deboli della popolazione, ma rischia di incidere negativamente sulla democrazia, limitando il potere discrezionale dei parlamenti nazionali. A suonare un nuovo campanello d’allarme sugli effetti ‘indesiderati’ delle misure d’austerità che imperversano in Europa sono il neocommissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, il lettone Nils Muiznieks, e l’assemblea parlamentare dell’organizzazione paneuropea, che a fine giugno discuterà un rapporto sui pericoli insiti in questo fenomeno preparato dal parlamentare tedesco Andrej Hunko. La preoccupazione di Muiznieks per le conseguenze delle cure da cavallo messe in atto per risanare i conti pubblici è espressa nel rapporto che ha pubblicato dopo la sua visita in Portogallo, Paese in cui ha constatato un allarmante crescita nel numero di minori che abbandonano la scuola per andare a lavorare ma anche un crescente numero di anziani in difficolta’ nel far fronte per esempio agli aumenti dei costi delle cure mediche. Secondo il commissario per i diritti umani, per evitare che gli effetti della crisi ricadano in modo sproporzionato sulle categorie piu’ vulnerabili e’ necessario che i governi, nel decidere sui tagli da fare, consultino gli ombudsman nazionali e chi e’ in grado di valutare meglio gli effetti negativi di certe scelte sulle fasce piu’ deboli. Nel rapporto del parlamentare della sinistra tedesca si arriva poi a raccomandare ai governi di ‘riorientare in modo profondo le attuali politiche di austerita’, ponendo fine all’attenzione quasi esclusiva sui tagli alle spese sociali’. Nel testo si sottolinea che ‘il modello sociale europeo e le sue varie espressioni nazionali dovrebbero essere protette come valore e che lo stato sociale dovrebbe essere ulteriormente rafforzato’. La ricetta da applicare, a questo scopo, e’ pero’ sempre quella: tassare maggiormente i ceti piu’ ricchi, i profitti generati dalle grandi imprese, intraprendere una lotta piu’ incisiva nei confronti dell’evasione fiscale, della corruzione e dell’economia sommersa. Infine nel rapporto si sottolinea che la maniera in cui sono stati stabiliti sinora i programmi di austerita’ mette in pericolo la democrazia. Va quindi garantito al massimo il potere discrezionale dei parlamenti nazionali rispetto a entita’ sovranazionali. Ma occorre anche riflettere su come rendere piu’ democratici i processi decisionali, ricorrendo, se necessario, alle consultazioni popolari.