Vaticano, la grande guerra dello Ior e il caso dei “corvi”

Ancora veleni in Vaticano. Mentre nella Santa Sede le indagini sui "corvi", gli autori della fuoriuscita dei documenti segreti, proseguono, le spie continuano a parlare. E svelano i retroscena dello scontro in atto dopo la cacciata del presidente della banca del Vaticano, l’economista Ettore Gotti Tedeschi che sta scrivendo un memorandum di difesa. Lo scontro vede il segretario di Stato Bertone serrare le fila dei suoi fedelissimi ma si trova di fronte avversari di grosso calibro fra cui il cardinale Piacenza, suo possibile successore, e i lombardi Scola e Tettamanzi. LA REPUBBLICA spiega come "la partita interna al Vaticano, adesso, si concentra tutta intorno allo Ior. Ed è un confronto in cui il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, si gioca il proprio futuro. Una battaglia sotterranea, decisiva tanto per i flussi di danaro che accorrono nella casse dello Stato, quanto per gli equilibri di potere all’interno della Chiesa".
Tra i successore a Gotti, scrive sempre REPUBBLICA, "spunta ora l’ex governatore della Bundesbank, Hans Tietmayer. Ha 81 anni, ma ha compiuto da giovane studi di teologia, ed e’ inoltre tedesco. E’ il nome che piace di piu’ al Papa e al suo segretario, monsignor Georg Gaenswein. Attenzione anche su Hermann Schmitz, che dalla scorsa settimana ha assunto la presidenza ad interim dell’Istituto. C’e’ poi l’americano Carl Anderson, e tre nomi italiani di tutto rispetto: il notaio torinese Antonio Maria Marocco, il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, e il manager dell’Apsa, il patrimonio della sede apostolica, Paolo Mennini. Gotti ormai e’ il passato per lo Ior (à)".

Sulle fughe di notizie degli ultimi giorni, e sull’arresto del maggiordomo del Pontefice, Paolo Gabriele, e’ intervenuto Padre Lombardi: Benedetto XVI vuole trasparenza e resta sereno. Intanto il legale dell’aiutante agli arresti ha dichiarato: rispondera’ a tutte le domande. Spiega il CORRIERE DELLA SERA: "Paolo Gabriele ‘ha dichiarato al giudice che offrira’ la piu’ ampia collaborazione’ e quindi ‘rispondera’ a tutte le domande’.
L’avvocato Carlo Fusco difende con la collega Cristiana Arru l’assistente di Camera’ del Papa da cinque giorni in cella di sicurezza con l’accusa di aver sottratto una quantita’ di carte riservate dall’appartamento di Benedetto XVI. E fa sapere che il maggiordomo accusato d’essere uno dei cosiddetti corvi ‘collaborera’ con gli inquirenti per appurare la verita’. Anche perche’ al momento e’ accusato soltanto di ‘furto aggravato’. E, come ha spiegato padre Federico Lombardi, ‘gli avvocati possono presentare istanze per liberta’ vigilata o arresti domiciliari. Valuteranno i magistrati’. L’istruttoria formale’ condotta dal giudice istruttore del Tribunale vaticano, Piero Antonio Bonnet, e’ appena iniziata, gli inquirenti considerano schiaccianti le prove a suo carico e si attendono che il maggiordomo faccia i nomi dei complici e insomma ‘collabori’, il che potrebbe permettere al maggiordomo, sposato e con tre figli, di tornare a casa. Nessuno pensa che possa aver orchestrato tutto da solo e del resto i documenti fatti filtrare ai media non provenivano solo dall’Appartamento. Per ora, comunque, la Santa Sede nega ufficialmente ogni altro coinvolgimento. Padre Lombardi, ieri, ha detto che ‘non c’e’ nessun cardinale, italiano o straniero, ne’ alcuna donna indagati o sospettati’ nonche’ smentito ‘presunte interviste’ ai corvi dal contenuto ‘di pura fantasia’. Lotte di potere in Vaticano? ‘Sono interpretazioni che esulano dall’inchiesta, non ho nessun motivo per dare spiegazioni del genere, anzi, e’ esagerato e non fondato il modo di leggere questi fatti’. Anche la cacciata di Ettore Gotti Tedeschi dalla presidenza dello Ior e’ una vicenda che ‘va distinta nettamente’ dall’inchiesta sui corvi, ‘non c’e’ alcun collegamento’. Calma e gesso, insomma: ‘Non c’e’ intenzione di farsi condizionare dalla pressione mediatica’. Benedetto XVI, comunque, vuole ‘trasparenza’, e’ ‘informato, segue ed e’ consapevole della situazione delicata che si sta vivendo anche nella Curia romana’ e tuttavia ‘conserva la sua serenita’ e atteggiamento di superiorita’ morale e di fede’, spiega il portavoce vaticano (à)".

In un retroscena sulla STAMPA, Andrea Tornielli scrive: "Ieri padre Lombardi ha detto che non c’e’ collegamento tra la sfiducia al presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi e il caso Vatileaks. Il banchiere, scelto dal cardinale Bertone nel settembre 2009, editorialista de ‘L’Osservatore Romano’ e amico del suo direttore Gian Maria Vian, e’ stato destituito giovedi’ scorso dal consiglio di sovrintendenza composto da membri laici. Il giorno dopo si e’ riunita la commissione cardinalizia chiamata a ratificare la sfiducia, ma dai loro lavori non e’ ancora uscito alcun comunicato. E’ stato invece fatta volutamente filtrare la durissima lettera di Carl Anderson – uno dei quattro membri del board – contenente le ragioni del licenziamento di Gotti Tedeschi, la cui figura viene distrutta professionalmente. Il banchiere viene anche accusato di non aver fornito ‘spiegazioni sulla diffusione dei documenti’ in suo possesso. La modalita’ del licenziamento e’ inedita nella tradizione della Santa Sede e potrebbe avere effetti dirompenti, se e quando Gotti Tedeschi uscira’ dal silenzio. Il cardinale pensionabile Il Segretario di Stato Tarcisio Bertone sarebbe, a detta dei ‘corvi’, il vero obiettivo dell’operazione, studiata per accelerare il suo pensionamento. Anche se oggettivamente, il fuoco di fila dei Vatileaks appare sproporzionato per sfiduciare un cardinale che a dicembre compira’ 78 anni. A meno di non ipotizzare, come qualcuno ha fatto, che dietro a subbugli curiali ed extra-curiali vi siano le ambizioni in vista del cambio e, sullo sfondo, anche della successione all’anziano Pontefice. Ratzinger, che ha voluto Bertone al suo fianco, si fida di lui e non sembra intenzionato a cambiarlo, nonostante lo stesso porporato canavese si sia offerto di ritirarsi. La sua gestione della Segreteria di Stato è nel mirino di molte critiche. Come altre volte è accaduto però, nel momento della bufera, l’istituzione ecclesiastica si chiude a riccio, per difendere i suoi membri con la tonaca. Il segretario nel mirino Don Georg Gänswein, il segretario privato di Benedetto XVI, sta affrontando una prova difficile in queste ore, dato che per sei anni Paolo Gabriele è stato al suo fianco nell’appartamento papale. L’influenza di don Georg è cresciuta negli ultimi due anni e sono cresciute anche le voci sui tentativi per allontanarlo dal Papa, nominandolo vescovo in Germania, ora che si renderà vacante la diocesi di Regensburg e il suo titolare verrà a Roma a ricoprire un incarico cardinalizio. Ma sono in pochi a credere che il Papa si privi del suo fidato segretario".