Aumento della povertà, della dispersione scolastica, del lavoro minorile e dell’esclusione sociale. Sono i drammatici effetti della crisi, e del progressivo calo di risorse destinate alle politiche per l’infanzia e l’adolescenza, che sta soffocando i diritti di molti bambini d’Italia. Ma soprattutto mancano dati certi: persiste infatti la carenza di un sistema di raccolta dati, rappresentativi e uniformi tra le varie Regioni, per la misurazione di diversi fenomeni che riguardano i minori, come pedofilia e pornografia, condizioni di adottabilità, sulla violenza, sul maltrattamento dei bambini, sui minori con disabilità, inclusi quelli in età compresa tra 0 e 6 anni e sui minori fuori dalla famiglia. In questo caso la modalità di raccolta dati, cosi’ frammentata e disomogenea a livello nazionale, porta ad una scarsa comparabilità delle informazioni che è invece necessaria per rendere effettivo ed esigibile al minore il diritto alla famiglia. E’ il quadro descritto dal 5* Rapporto di aggiornamento sulla Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza che il Gruppo CRC (che riunisce 85 associazioni e organizzazioni del terzo settore), ha illustrato stamani a Roma. Il Rapporto fotografa ogni anno la condizione dei minori e degli adolescenti in ogni ambito della loro vita (famigliare, sociale, educativa, sanitaria, legale, ecc.), ne valuta le criticità ed esprime raccomandazioni alle istituzioni competenti al fine di garantire il rispetto dei loro diritti. Dai dati emerge che il nostro Paese si colloca ai primi posti in Europa per dispersione scolastica e incremento della poverta’ e supera la media dell’UE per minori a rischio poverta’ o esclusione sociale. Sono 1.876.000 in minori in condizioni di poverta’ relativa, di cui 1.227.000 al Sud, ai quali si aggiungono 359 mila bambini che nel meridione vivono in condizioni di poverta’ assoluta, cioe’ non dispongono di beni essenziali per il conseguimento di standard di vita minimamente accettabili. Povertà infantile, dispersione scolastica, lavoro minorile, peggioramento delle condizioni di salute e violenza sono fenomeni connessi. La mancanza di strategie condivise e coordinate che stabiliscano priorità, impegni concreti e modalita’ di finanziamento per contrastare questi fenomeni aggrava il quadro. Si evidenzia che i piu’ esposti al lavoro precoce sono maschi in eta’ compresa tra gli 11 ed i 14 anni, che risiedono in territori ad alto tasso di disoccupazione e che sono i soggetti piu’ a rischio dal punto di vista cognitivo, relazionale e sociale. Per questo il Gruppo CRC chiede al Governo di approvare un Piano straordinario nazionale di contrasto alla poverta’ minorile, di implementare un sistema statistico del lavoro minorile a livello nazionale e locale, e di valutare l’impatto che le politiche economiche e le riforme legislative hanno sui piu’ giovani. A proposito di dispersione scolastica, il Gruppo CRC raccomanda al Ministero dell’Istruzione di implementare il sistema informatico relativo all’anagrafe nazionale degli studenti e di finanziare progetti di sostegno e incentivazione allo studio. Esprime inoltre forte preoccupazione per la cancellazione del Fondo Nazionale Straordinario per i Servizi Socio Educativi per la prima infanzia e per la mancata previsione delle allocazioni delle risorse per il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali.