RADIO ZANCA: che cos’è una città libera?

La questione morale sembra essere diventata prioritaria nelle scelte dei partiti: solo dopo lo scoppio di Tangentopoli (Anni Novanta) ci fu un simile evento. Venti anni dopo, però, la politica è messa molto peggio, vedi il finanziamento ai partiti e la legge elettorale: potrà mai far rispettare le norme etiche con fermezza? Impossibile: non ne ha né l’intenzione né la forza. I partiti e i centri di potere a essi collegati ne riducono sempre più l’autorità, ne paralizzano le pur blande velleità riformistiche, non ne riconoscono il ruolo di garanzia. Esempi? Un mucchio. Messina è una delle città peggio amministrate, lasciamo perdere il grave permissivismo sui controlli amministrativi; gli scandalosi privilegi con cui vennero gestite vicende imperdonabili note come il Verminaio; le amene sentenze di una giustizia feroce con i piccoli e servile verso i grandi; il cambiamento di regole in corso eccetera. Veniamo a oggi. Mentre Grillo galvanizza gli italiani parlando della corruzione con irriverenza e umorismo. O meglio, semplicemente parlandone, il Sistema Messina controlla affinché qui non avvenga. Ci sono corporazioni intoccabili, uomini intoccabili, luoghi intoccabili, inchieste intoccabili. Insomma la condotta disonesta quando coinvolge personaggi del Sistema viene tollerata se non occultata. Chi osa infrangere il silenzio si trova a dover affrontare la costante minaccia di cause per diffamazione e richieste di risarcimento. Messina è ufficialmente fallita ma la classe amministrativa nel frattempo sogna una poltrona più comoda: Regionali e Nazionali. E persino quelli interessati da pesantissime inchieste giudiziarie sgomitano per rifarsi eleggere. Non entriamo nel merito. Ci domandiamo: come si può ancora far finta di nulla? La giustizia quando chiude gli occhi o preferisce non decidere per non scontentare i potenti finisce per gestire in modo pessimo le inchieste: sembra che i vari tribunali si divertano a smentirsi l’un l’altro. La questione morale è una priorità dalla quale ripartire per risanare i Palazzi: chi la infrange va processato e tenuto fuori dalle liste dei candidati. Messina è l’esempio tangibile di come la politica abbia fallito: ora bisogna porre paletti rigorosi di tipo etico altrimenti son guai seri. Occhio che la classe dirigente che ha fallito non ha nessuna intenzione di pagare: “tanto mica possono lasciare fuori una lista di intoccabili così importante”. Magari hanno ragione. Sul piano delle norme, del loro rispetto, di una gestione visibilmente equa della vita quotidiana la Politica a Messina merita un voto basso. È arrivato il momento di metter fine a tanta anarchia con comportamenti drastici: la continua ricerca del compromesso non basta. Fondamentale anche il rispetto dei propri ruoli. Il sindaco Buzzanca non può criticare chi intasca gli oneri riflessi se la Legge lo permette – anche se è vergognoso apprendere che al Comune, alla Provincia e nelle Circoscrizioni, ci sono dei furbi che una volta eletti si fanno assumere da cooperative, enti di formazione, studi privati, enti di assistenza, ditte private, per mettere in tasca un ulteriore stipendio – mentre lui è alle prese con un giudizio per garantirsi sia il seggio da deputato che quello da primo cittadino. Al limite poteva scusarsi per quanto di brutto fa vedere la sua Giunta e promettere ai cittadini di non candidarsi più, come sarebbe più logico, visto il dissesto economico. Come amministratore pubblico Buzzanca avrebbe magari dovuto esortare tutti i colleghi a tutelare gli interessi degli ultimi piuttosto che quelle strettamente personali. Lui per primo. Un pentimento, no?