A Messina è diventato eroe colui che non denuncia: coccolato e celebrato sui giornali. Si capisce bene che anche la difesa delle razze protette può diventare un pericolo per coloro che non si rassegnano alla servitù. E chissà come reagirebbero i cittadini se fossero messi all’improvviso di fronte a una tirannia vera che li priverebbe anche dei ricchi rustici e cotillons. Il tema della dignità da difendere a tutti i costi diventa fondamentale se si vuol ridare luce alla politica di questa città ferita dalle Istituzioni. Chissà dunque come reagirebbero i nostri professori di appelli dopo aver dovuto ammettere che nonostante loro Messina è senza dignità. Non solo. E’ senza regole né certezze. E ci devono far riflettere le statistiche: “in Italia ogni anno sono circa 8mila gli incidenti sul lavoro e 800 i decessi sui luoghi di lavoro. In Sicilia, proporzionalmente, le cose non vanno meglio. Si calcolano infatti in circa 80 i decessi e 35mila gli infortuni denunciati che costano 43 milioni di euro l’anno”. Un fenomeno rilevante e grave che è stato analizzato nel corso del dibattito su Legalità e Lavoro che si è svolto nel pomeriggio della 1^ giornata della Festa per il Lavoro della Cgil di Messina. Perché proprio il lavoro è fondamentale per tenere alta la testa. Certo al di là delle parole e dei concetti espressi alcuni degli autorevoli relatori hanno la memoria corta e soprattutto cancellano quegli avvenimenti e quelle persone che oggi sono poco presentabili. Non ci piace ricordare chi è stato fino all’altro ieri nostro amico di baldoria, è il male messinese non ammettere le proprie vigliaccherie. E naturalmente non vogliono che IMG Press ricordi loro le storie. Anche questa bellissima assemblea cittadina ha avuto pure i suoi complici istituzionali e non può bastare un dibattito – senza repliche – per dirsi Santi, immuni da macchie. Se è vero come è vero che l’illegalità sottrae risorse ed energie positive non solo al lavoro ma al sistema Paese penalizzando la collettività, pensate cosa provoca tra gli ultimi, l’isolamento istituzionale per codardia manifesta (non è ladro solo chi ruba ma anche chi tiene il sacco!). Quando chi combatte il crimine è lasciato da solo si autorizza il criminale a sparargli. Nel lavoro come nell’informazione. Hanno detto che penalizzate sono le aziende che subiscono la concorrenza sleale delle imprese che operano in nero. Giustissimo, succede anche nell’informazione: ci sono i furbi premiati che in cambio delle porcherie scritte vengono ricompensati con pubblicità e incarichi e quelli come IMG Press, penalizzati, combattuti, perché liberi e senza scheletri negli armadi. Però noi non scapperemo dalla trincea. Questo Sistema non si renderà più trasparente con una non storia di legalità. Gli ultimi ci sono anche se la memoria del dibattito però li ha cancellati. Già è difficile non farsi delle proiezioni in merito ai valori dei nostri amministratori quando si ha un problema davanti, figuriamoci con qualcuno che è completamente "virtuale". Il colore della anima non mente. E con una pacca sulle spalle si continua a rubare. Tanto a chi frega se mi chiamo Don Ciccio e faccio la macchietta?