Severino taglia 37 Tribunali e dice: No a mercatino

Partita chiusa: 37 Tribunali, 38 Procure, 220 sedi distaccate e 674 uffici del giudice di pace saranno cancellati dal Governo. Si chiuderanno quasi mille edifici, il risparmio stimato è di circa 50 milioni in tre anni; diecimila persone fra giudici, pm, magistrati onorari e personale amministrativo saranno spostate per avere "maggiore efficienza" e per cancellare gli "sprechi" e i "rami secchi".

Quasi a contrastare l’immagine di solitudine politica proiettata dalla sua solitaria conferenza stampa a palazzo Chigi, il ministro della Giustizia Paola Severino ha sottolineato di aver chiesto e ottenuto la massima condivisione dell’intero Governo sul decreto legislativo che dovrebbe chiudere il percorso del riordino della geografia giudiziaria: una riforma "epocale" l’ha definita, sulla quale manca solo il parere non vincolante di Csm e commissioni parlamentari. E nel pomeriggio è salita al Quirinale a raccogliere l’apprezzamento del presidente della Repubblica per la riforma. Giorgio Napolitano, dicono dal Colle, insieme ai vari temi aperti in Parlamento in materia di giustizia e durata dei processi, ha discusso con la guardasigilli in particolare il tema della responsabilità civile dei magistrati e della necessità di trovare una soluzione equilibrata sulla questione. In mattinata Napolitano aveva ricevuto anche il vicepresidente del Csm Michele Vietti, che gli ha rappresentato i termini della discussione che c’era stata sullo stesso tema, nell’organo di autogoverno.

Sul taglio dei Tribunali la protesta monta da avvocati, sindacati del personale, parlamentari e comunità locali: ma la guardasigilli sembra intenzionata a non farsi condizionare. Ha attaccato gli avvocati per lo sciopero proclamato "prima di sapere quali uffici sarebbero statio tagliati" e ha annunciato che convincerà la maggioranza parlamentare "con i numeri".
Accetterà, ha detto, solo "suggerimenti costruttivi e oggettivi, non critici, non demolitivi" e che non siano ispirati al "localismo". Modifiche sono sempre possibili, "ma ne dobbiamo discutere non nel chiuso di una stanza". Dopo le riunioni riservate e non risolutive dei giorni scorsi, quindi, porta chiusa a parlamentari e partiti. E chiunque voglia cambiare qualcosa deve pensare a "criteri trasparenti, motivati e motivabili" per proporre eventuali modifiche, "perché non si possa pensare – ha sottolineato – che si è aperto un mercatino dei Tribunali. Ogni ulteriore valutazione sarà fatta sotto gli occhi di tutti".

Di fatto questo significa che la partita è chiusa, perché ogni eccezione singola, ha spiegato Severino, trascinerebbe con sé altre sette o otto eccezioni, rendendo vano ogni intervento. Non a caso nei giorni scorsi, in un estremo tentativo di frenare il Governo, dalla maggioranza era arrivato il suggerimento di un decreto legge per cambiare la delega o procrastinarne la scadenza.