‘Nessun profeta è ben accetto tra la sua gente, che lo ha visto crescere’ e ‘questo è un fatto comprensibile, perchè la familiarità sul piano umano rende difficile andare al di là e aprirsi alla dimensione divina’. Ma, spiega il Papa, anche se Gesù lo capisce e ne è cosciente, alla fine si stupiesce della ‘cattiva accoglienza che incontra a Nazareth’. Benedetto XVI lo ha spiegato durante l’Angelus recitato dal palazzo apostolico di Castelgandolfo, il primo delle vacanze di quest’anno, chiarendo che i ‘miracoli di Cristo non sono una esibizione di potenza, ma segni dell’amore di Dio’. Per questo Gesù, in cui si attua l’amore, si stupisce che gli uomini si aspettino ancora prodigi e miracoli. Il Papa per ascoltare un coro ha commentato il brano del vangelo di Marco nel quale Gesù torna a Nazareth a circa trent’anni, dopo aver già predicato e operato guarigioni altrove. Ma i suoi concittadini restano stupiti per la sua sapienza, e pensano a lui solo come al figlio del falegname. ‘Questo fatto – commenta papa Ratzinger – è comprensibile, perchè la familiarità sul piano umano rende difficile andare al di la’ e aprirsi alla dimensione divina. Gesù stesso porta come esempio l’esperienza dei profeti d’Israele, che proprio nella loro patria erano stati oggetto di disprezzo, e si identifica con essi. A causa di questa chiusura spirituale, – ricorda il Papa – Gesù non potè compiere a Nazareth ‘nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì’. A questo punto papa Ratzinger fa una osservazione sui ‘miracoli di Cristo, che non sono una esibizione di potenza, ma segni dell’amore di Dio, che si attua là dove incontra la fede dell’uomo. Dunque, sembra che Gesú si faccia, come si dice, una ragione della cattiva accoglienza che incontra a Nazareth. Invece, – osserva ancora Benedetto XVI – alla fine del racconto, troviamo un’osservazione che dice proprio il contrario. Scrive l’Evangelista che Gesù ‘si meravigliava della loro incredulità’. Anche Gesù, dice il Papa, ‘si scandalizza’ e ‘malgrado sappia che nessun profeta è bene accetto in patria, tuttavia la chiusura del cuore della sua gente rimane per Lui oscura, impenetrabile’ e si chiede come gli uomini possano non riconoscere ‘la luce della Verità. In effetti, – commenta il Papa – l’uomo Gesù di Nazareth è la trasparenza di Dio, in Lui Dio abita pienamente. E mentre noi cerchiamo sempre altri segni, altri prodigi, non ci accorgiamo che il vero Segno è Lui, Dio fatto carne, è Lui il più grande miracolo dell’universo: tutto l’amore di Dio racchiuso in un cuore umano, in un volto d’uomo’.