Non sappiamo in tutta onestà quanto sia stata intelligente – politicamente parlando – il varo della nuova intesa alla Provincia regionale di Messina. Il cattivo costume del baratto in politica non provocherà rossore nei volti dei nostri amministratori: viviamo in una società che, per incuria, ma soprattutto per interesse privato, si può dire fondata sulle iniquità, sulle riserve protette e sulle rendite di posizione. Certamente quello che accade alla Provincia e al Comune è un buon esempio di quanto la classe politica sia lontana dalle emergenze cittadine. Andiamo alla notizia. Il presidente della Provincia di Messina Nanni Ricevuto ha nominato 4 nuovi assessori: Bruno Cilento e Giuseppe Crisafulli in quota Udc, Dario La Fauci e Daniele Bruschetta in quota Pdl, Santino Foti per Grande Sud. Bruno Cilento sostituirà il dimissionario Mario D’Agostino. Il presidente Ricevuto ha chiarito che non ci saranno costi ulteriori per l’ente perché i nuovi assessori rinunceranno a parte dell’indennità. A leggere tra le righe, a volte si ha la sensazione che la furbata, sia più importante dell’avvenimento stesso, visto che all’una, grazie all’insistenza della politica, si concedono più crediti che al fatto. In questo caso lasciamo che politici come l’onorevole Nino Germanà e Vincenzo Garofalo cuociano nel loro brodo: aver messo fuori squadra la famiglia Burrascano per far posto ai Caci, ai De Luca si commenta da sola. Dopo che per quattro anni si sono inventati di tutto per giustificare i ritardi nell’assessorato promesso e mai assegnato (pittoresca fu la giustificazione che c’era la crisi a Roma, come se a Rocco Crimi e Angelino Alfano importasse qualcosa di Messina) ecco che, non appena il vice presidente del Consiglio comunale Angelo Burrascano ha girato le spalle al Pdl la provincia di Nanni Ricevuto ha rimodulato gli incarichi. Ne ha guadagnato una poltrona Dario La Fauci che oggi si scopre essere vicino alle posizioni di Nino Germanà (ma l’ha comunicato al Governatore Lombardo?) e in passato dato in quota ad altre liste anche di centrosinistra. Esultiamo che La Fauci abbia finalmente trovato la sua maturità politica: trovarla è per tutti un’impresa. Figurarsi per dei nani della politica come Giacomo Caci e Alberto De Luca: sono lontani anni luce dal firmamento ma puntano in alto. E la colpa non è loro, ci mancherebbe, ma di quelli che danno loro credito. Ancora una volta si ha la sensazione che molte primizie politiche promettano molto e mantengano poco. Approfittando dell’assenza della classe dirigente non ci sono occhi che per il mitico buffet piuttosto che per i contenuti. Oggi ci riferiscono che Caci esulta, Germanà gongola, De Luca spera: le sbronze della politica, un affare da capogiro. Ai cittadini non resta che suonare il silenzio fuori ordinanza. Ma forse non c’è niente da stupirsi se non accettare una volta per tutte l’idea che a Messina ormai la politica è morta, sostituita dall’opportunismo.