Affidamento senza gara, sindaco rischia abuso ufficio

Altro che rilancio del turismo e tutela dell`interesse pubblico. Ora rischiano grosso il sindaco e l`assessore di un Comune del Lazio che hanno affidato gratis e senza gara l`area dell`ex campo sportivo a una società consortile "amica", laddove un`altra azienda in precedenza ne ha chiesto l`affidamento, dicendosi disponibile a partecipare a una procedura a evidenza pubblica. Sarà dunque il giudice del rinvio a verificare se si configura il reato di abuso d`ufficio a carico dei due amministratori locali: certo è che, fin da ora, si può rilevare un ingiusto vantaggio patrimoniale in favore del consorzio e un altrettanto ingiusto danno competitivo alla società concorrente. È quanto emerge dalla sentenza 26625/12, pubblicata dalla seconda sezione penale della Cassazione e riportata dal sito Cassazione.net.

Accolto il ricorso del procuratore generale presso la Corte di appello: troppo frettolosa l`assoluzione decisa dal Gup "perché il fatto non sussiste". I due amministratori locali partecipano alla riunione del consiglio di amministrazione della società consortile suggerendo di chiedere l`area "incriminata" in affidamento gratuito al Comune che essi stessi governano. In Giunta, all`atto dell`approvazione della delibera, i due nascondono la circostanza che esiste già un richiesta sull`immobile. E in quella sede l`assessore dovrebbe astenersi, perché suo fratello è l`amministratore di una compagine socia dell`azienda titolare di un tensostruttura, affittata poi al consorzio aggiudicatario (ma l`assessore non si astiene).
Inutile, allora, invocare il "rilancio del turismo" in città come movente dell`iniziativa perché nessun obiettivo generale, riflettono i giudici, può mai giustificare la violazione delle procedure legali stabilite per l`azione amministrativa. In questo caso l`unico interesse pubblico configurabile sarebbe stato selezionare l`aggiudicatario dell`immobile con procedure trasparenti. La parola torna al Tribunale per un nuovo giudizio.