E’ bastato l’annuncio e il Pdl è tornato a fibrillare come non accadeva da mesi. Silvio Berlusconi scende in campo, il partito cambia nome e simbolo, un gruppo di ‘consiglieri’ del Cavaliere procede per strappi: tutto serve ad accrescere la confusione in via dell’Umiltà, mentre l’ex premier resta in silenzio osservando la tensione salire oltre il livello di guardia. Oggi, a rendere il clima ancora più infuocato, ci ha pensato Angelino Alfano, chiedendo le dimissioni entro lunedì di Nicole Minetti da consiglio regionale della Lombardia.
E’ l’ultima domanda dell’intervista di Maria Latella, il segretario risponde con un secco "sì" a chi gli chiede dell’ipotesi di dimissioni dell’ex igienista dentale. In realtà, già nei giorni scorsi era trapelata la volontà del Cavaliere di chiedere un passo indietro a Minetti, proprio alla luce della scelta di tornare a competere per Palazzo Chigi. Lei aveva smentito di aver ricevuto una richiesta in tal senso, oggi il segretario ha riacceso la miccia. Una posizione accolta con imbarazzo dallo stato maggiore del partito: nessuna dichiarazione da parte dei big di via dell’Umiltà.
Ma è il futuro del Pdl ad angosciare i dirigenti. Ed è soprattutto l’atteggiamento del Cavaliere a far riflettere. Sempre più big ritengono che dietro il silenzio del Capo si celi la volontà di dare spazio a suoi consiglieri come Santanché e Vittorio Sgarbi, o a personaggi come Diego Volpe Pasini. L’idea che allarma in queste ore una parte consistente dei colonnelli è sempre la stessa: un listone, ispirato a Forza Italia (il progetto è stato ribadito anche oggi da Santanché), capitanato da Berlusconi e pronto a ospitare volti nuovi e giovani della politica. Il Pdl, secondo questo schema, si ridurrebbe a un guscio vuoto, pronto a ospitare i principali dirigenti di via dell’Umiltà. A sostenere il ritorno in campo di Berlusconi sarebbero anche altre liste, tematiche, di ‘amici di Silvio’.
I colonnelli del Pdl si agitano, chiedono a Berlusconi di stoppare le sortite di chi parla a suo nome, ma da Arcore non arrivano segnali o risposte pubbliche. Alfano, dal canto suo, osserva. Ammette di vivere "giorni turbolenti", ma prova a tranquillizzare il partito: "Attorno a Berlusconi non c`è nessun cerchio magico. Non ne ha bisogno, non ha bisogno. Attorno a lui da sempre c’è una squadra. Maria Rosaria Rossi? Svolge una collaborazione, con una certa efficacia. Io ricandiderei Maria Rosaria Rossi perché è una brava parlamentare". Provando anche a motivare la scelta di non opporre resistenza al ritorno del Cav: "Tra l’ambizione e la riconoscenza metto prima la riconoscenza, l’ambizione non è il motore che muove il mio essere in politica".