
Rai 150 per la serie "La Storia siamo noi" presenta: "57 giorni a Palermo: Borsellino e la sua scorta", di Francesca Fagnani, in onda giovedì 19 luglio alle ore 23.30 su Rai2. Si apprende da una nota stampa. A diciannove anni dalla strage che a Palermo uccise il giudice Paolo Borsellino, la vedova Agnese, in esclusiva per La Storia Siamo Noi, rompe il silenzio per ricordare gli angeli di suo marito Paolo, la scorta che perse la vita insieme al Giudice. ‘Era una giornata normale, mio marito si sentiva molto stanco, voleva accontentare me ed i miei figli e fare una passeggiata a Villa Grazia, al mare à alle 16.30 quando sono venuti gli altri sei uomini della scorta, è andato dalla sua mamma perchè doveva accompagnarla dal medico. Ha baciato tutti come se stesse partendo. Lui aveva la borsa professionale, e da un po’ di giorni non se ne distaccava mai. Allora mi è venuto un momento di rabbia quando gli ho detto "Vengo con te" e lui "No, no, io ho fretta. "Con questa borsa, gli ho detto, sembri Giovanni Falcone". Sono arrivata a dire queste ultime parole". I 57 giorni sono quelli che separano la strage Falcone da quella Borsellino, a sottolineare quanto, dopo Capaci, il delitto Borsellino fosse annunciato. Il giudice stesso, come emerge dal documentario, si preparava a morire, cercando persino di seminare qualche volta la sua scorta per dare la possibilita’ agli assassini di ucciderlo senza coinvolgere altri innocenti. Ma la storia andò diversamente: Furono in cinque a cadere in via D’Amelio, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, l’unico sopravvissuto e’ Antonino Vullo, che interviene nel documentario ricostruendo la dinamica dell’attentato. Nel corso del programma le voci commosse dei parenti, madri, padri, fratelli, i loro ricordi, la loro rabbia e per i piu’ l’impossibilita’ di perdonare. Dice ancora la vedova Borsellino : " Io che sono contraria a rilasciare interviste, non appena si e’ presentata l’occasione di un programma agli angeli di mio marito, non ho avuto la forza di sottrarmi a questo dovere perche’ loro sono morti per Paolo, per lo Stato’.