Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, frena l’inflazione a luglio: i prezzi al consumo hanno segnato una variazione congiunturale dello 0,1 per cento e un aumento del 3,1 per cento sullo stesso mese 2011 (era 3,3 per cento a giugno). Per il Codacons "è scandaloso che con il crollo dei consumi in corso l’inflazione resti a questi livelli. I prezzi, infatti, dovrebbero semmai precipitare, non certo salire. Se questo non accade è perchè in Italia non c’è un libero mercato, dato che i commercianti non possono nemmeno vendere liberamente sottocosto, ma devono seguire rigide regole (non più di tre volte all’anno, non più di 50 prodotti, per non più di 10 giorni e così via). Tradotto in termini di costo della vita – prosegue l’associazione – avere un’inflazione al 3,1 per cento significa, elaborando i dati Istat sulla spesa effettiva di una famiglia (e non quelli del paniere su cui si calcola l’inflazione), una stangata pari a 1.415 euro per un nucleo di 3 persone e 1.242 euro per una coppia. Una cifra che le famiglie non si possono permettere di pagare, dopo aver gia’ versato tutte le nuove tasse introdotte dalle varie manovre correttive". Il Codacons chiede, quindi, al presidente del Consiglio Mario Monti "di intervenire nel settore del commercio, sia abolendo i divieti per le vendite sottocosto sia con una seria riforma della distribuzione, accorciando, attraverso meccanismi di incentivi e disincentivi, la filiera, decisamente troppo lunga, dato che ci possono essere anche fino a 7 passaggi prima che la merce giunga nelle nostre case". Inoltre l’associazione di consumatori chiede un secondo dl Cresci Italia che intervenga su banche, assicurazioni, telefonia, luce, gas, carburanti e libere professioni.