Governo: in agenda tagli alla spesa pubblica, economia e giustizia

Inizia il conto alla rovescia della XVI legislatura. La Camera riapre mercoledì 5 settembre, il Senato il giorno dopo. Il primo Consiglio dei ministri è convocato il 24 agosto. Se si tiene conto delle indiscrezioni nelle ultime settimane, l’ultima data per sciogliere le Camere da parte del presidente della Repubblica, nell’eventualità di voto anticipato a novembre, è il 20 settembre, ma rimane lo scoglio della nuova legge elettorale. Giorgio Napolitano e Mario Monti avrebbero convenuto su questa ipotesi. Salvo sorprese, la legislatura potrebbe scorrere però fino alla sua conclusione naturale. In questo caso, al governo Monti restano tra i 100 e i 120 giorni di piena attività. Lo scioglimento delle Camere potrebbe avvenire infatti a fine gennaio-inizio di febbraio in modo che si possa andare al voto ad aprile. In attesa di eventi, i riflettori sono puntati su quanto dirà il presidente del Consiglio domenica prossima, quando interverrà al Meeting di Comunione e liberazione che si apre a Rimini. Secondo alcune anticipazioni, potrebbe trattarsi di un classico discorso di fine mandato: un elenco delle cose fatte e delle cose che restano da fare. E’ probabile che Monti incentri il suo ragionamento soprattutto sull’emergenza economica (la necessità di varare nuovi decreti di spending review) e non parli della spinosa ‘questione giustizia’ che rischia di diventare la piu’ rilevante lacuna legislativa dell’esecutivo entrato in carica lo scorso novembre (al Senato e’ fermo il ddl anticorruzione, alla Camera quello sulle intercettazioni). C’è attesa pure per un’altra scadenza. Il 19 settembre la Corte costituzionale dovrà decidere sul conflitto di attribuzioni sollevato dal capo dello Stato nei confronti della Procura di Palermo nel quadro dell’inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafia per le intercettazioni che lo coinvolgono. Dopo il verdetto, bisognerà capire se le Camere decideranno di intervenire sull’argomento riprendendo l’iter della discussione del ddl fermo a Montecitorio o se un intervento su questa materia potrà arrivare direttamente dal governo sotto forma di un decreto. Alla ripresa dell’attività legislativa, tra gli obiettivi del governo c’è quello di anticipare la presentazione dell’annuale legge di stabilità rispetto alla scadenza tradizionale del 15 ottobre. Nel provvedimento dovrebbero esserci fondi consistenti da destinare a infrastrutture e innovazione tecnologica. Nella prossima riunione del Consiglio dei ministri prevista per il 24 agosto si dovrebbe discutere ancora dei programmi da mettere a punto (i ministri consegneranno a Monti i promemoria sulle cose da fare nel proprio settore come chiesto dal premier), mentre non si prenderebbero decisioni. Il presidente del Consiglio ha intenzione di attendere l’esito del suo incontro con Angela Merkel, fissato su invito della cancelliera tedesca a Berlino il 29 agosto. Altra questione all’attenzione del governo è il proseguimento della spending review. Monti dovra’ decidere se dare seguito ai dossier preparati da Piero Giarda, ministro per i Rapporti con il Parlamento, e da Enrico Bondi, commissario nominato con il compito di studiare tagli possibili. Secondo alcune anticipazioni, i dossier si proporrebbero di realizzare risparmi per circa 13 miliardi di euro tagliando fondi a Comuni, Regioni, Province e Università. Il governo dovrà esaminare pure il progetto dell’economista Francesco Giavazzi che propone la riduzione degli incentivi alle imprese. C’è anche da valutare una proposta a firma Giuliano Amato e Franco Bassanini che prevede un risparmio di 178 miliardi da raggiungere in cinque anni (Amato ha pronto anche il dossier sull’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione che riguarda la riforma dei partiti, incarico assegnatogli dall’esecutivo). Tutte le misure di risparmio che seguiranno al primo decreto sulla spending review approvato dalla Camera prima della pausa estiva servono per non aumentare l’Iva nel luglio 2013, decisione che avrebbe indubbi contraccolpi su consumi e tentativi di riavviare la crescita.