In Sicilia, nel centrodestra, la candidatura di Nello Musumeci alla presidenza della Regione fa ancora discutere. E nonostante l’intesa sia stata vidimata dall’alto, con il via libera pure di Silvio Berlusconi, si registrano nuove fibrillazioni all’interno del Pdl e tra lo stesso Pdl e Gianfranco Miccichè. Dall’altra parte, l’Italia dei Valori rifiuta ogni possibilità di accordo con il Pd e l’Udc, che ormai avrebbero raggiunto l’intesa sul nome di Rosario Crocetta. E’ di ieri l’annuncio del segretario del Pdl, Angelino Alfano, di appoggiare Musumeci, l’ex presidente della Provincia di Catania, la cui candidatura è stata lanciata da Micchichè. Ma il leader di Grande Sud oggi chiede ai pidiellini di cambiare nome al partito presentandosi alle regionali del 28 ottobre come ‘Popolo della Sicilia’. In un’intervista pubblicata sul quotidiano La Repubblica, Miccichè spiega che ‘l’apertura al Pdl snatura il nostro progetto autonomista. A questo punto, spero che gli esponenti del Pdl, se davvero vogliono convergere su Musumeci, diano dimostrazioni reali di amore per la Sicilia. Devono essere loro ad adeguarsi alla filosofia dell’iniziativa. Anche cambiando nome, presentandosi magari come Popolo della Sicilia’. A Miccichè replica Giuseppe Castiglione, il co-coordinatore del Pdl in Sicilia, che dice di non essere interessato a un cambio del nome e chiede di lavorare per rafforzare la coalizione e non per indebolirla. In tanti all’interno del Pdl sono rimasti delusi dalla scelta dei vertici del partito (ieri pomeriggio diverse sono state le telefonate tra Berlusconi, Alfano e Musumeci) di convergere sul leader di Alleanza siciliana. Non ultimo Francesco Cascio, presidente dell’Ars, tra i papabili candidati, che aveva pensato proprio all’esponente della Destra come suo numero due. Gli altri delusi, oltre allo stesso Castiglione, secondo quanto si racconta in ambienti del Pdl, sarebbero Roberto Lagalla, rettore dell’Università di Palermo, sul quale sembrava che il partito avesse puntato, e Raffaele Stancanelli, sindaco di Catania, anche quest’ultimo tra i possibili candidati. Intanto tra oggi e domani Musumeci completerà il suo giro di incontri per chiudere le alleanze e venerdì dovrebbe presentare il programma in conferenza stampa. Fli esclude ogni possibilità di appoggio a Musumeci perchè, come puntualizza all’Asca il coordinatore siciliano Carmelo Briguglio, ‘pur non avendo nulla contro la sua storia politica e personale’ sostenerlo significherebbe fare ‘da battistrada all’ennesima discesa in campo a livello nazionale di Silvio Berlusconi’. Dunque quella di Fli ‘e’ un’obiezione tutta politica e in chiave nazionale’. Briguglio dice poi ‘stop a illazioni: le decisioni finali di Fli sulle regionali saranno assunte presto da tutta la classe dirigente collegialmente e alla luce del sole’. Tra Pd e Udc manca solo l’ufficialità dell’accordo, ma ormai l’intesa sembra esserci. E a dimostrarlo è anche il fatto che all’interno della struttura comunicazione di Crocetta e’ arrivato da pochi giorni Angelo Di Silvio, portavoce del presidente dei senatori Udc e coordinatore regionale siciliano, Gianpiero D’Alia. A differenza di Fli, che potrebbe alla fine guardare con interesse la candidatura di Crocetta, per continuare anche il progetto del Terzo Polo, Idv esclude ogni tipo di alleanza con chi ha sostenuto il governo Lombardo. Nel frattempo, l’ex governatore non si è ancora espresso ufficialmente, nonostante da entrambi i fronti si ipotizza un suo coinvolgimento, pro-Crocetta o pro-Musumeci a seconda dell’interlocutore. Sullo sfondo anche una possibile terza via: l’ex Mpa alleato con Fli, qualora i finiani decidano di correre fino alla fine per Fabio Granata.