"Il punto che ho inteso segnare con un più netto avvicinamento a Bersani è stato soprattutto la distanza che deve essere incolmabile tra la sinistra e il populismo": così Nichi Vendola, leader di Sel, intervistato da Repubblica, sancisce la recente svolta politica del suo partito, anche se aggiunge di considerare "attuale il bisogno di provare a riallacciare il filo del dialogo con l’Idv", pochi mesi dopo la performance comune a La7 con Antonio Di Pietro, quando lanciarono insieme una sorta di ultimatum proprio all’indirizzo del leader del Pd, raffigurato negli studi dell’emittente televisiva da una gigantografia.
Da Bersani lo divide ancora qualche aspetto dell’analisi politica sull’esperienza del Governo Monti: "Giudico molto positivamente – afferma Vendola – la rivednicazione del primato della politica fatta dal segretario Pd, ma Bersani pensa che il limite di questo governo consista nella spirale austerità-recessione, mentre io penso che sia la natura stessa dell’esecutivo dei tecnici. Le cui scelte, è bene chiarirlo, soino tutte politiche".
Vendola conferma l’intenzione di partecipare alle primarie, che "possono rappresentare un incontro non finto, non estemporaneo, tra domanda e offerta di buona politica". Quanto all’Udc, "non ho mai posto veti ma quel partito è alternativo al nostro campo", precisa il presidente della Regione Puglia. "Mi pare – spiega – che l’Udc sia alternativo al discorso che abbiamo fatto fin qui.
Propone il montismo come una specie di strategia sempiterna, la grande coalizione come formula magica per liberare l’Italia dalla crisi".