Vacanze finite anche per la politica europea. Mario Monti sarà questa mattina a Berlino per una colazione di lavoro con la cancelliera tedesca Angela Merkel e per incontrare il presidente del Bundestag (il Parlamento tedesco), Norbert Lammert. L’invito a un vertice a due è venuto da Merkel prima della pausa estiva. C’e’ attesa per la conferenza stampa congiunta prevista alla fine dei colloqui. Il premier, dopo aver riavviato la politica del governo con un calendario di provvedimenti di fine legislatura, torna a svolgere un ruolo di prima fila tra i leader europei potendo contare sul prestigio accumulato nei dieci anni in cui è stato commissario europeo e nell’ultimo anno come presidente del Consiglio. Monti tenterà di convincere Merkel che pure la Germania è a rischio recessione, se non si concorderà una strategia economica efficace su dimensioni europee. Monti dovrà anche capire dal colloquio con la cancelliera quali margini di manovra ci sono a disposizione per sostenere l’economia italiana, su cui – nonostante i sintomi di ripresa – pesa l’ insostenibilita’ sul lungo periodo di uno spread che nonostante si sia stabilizzato a quota 430 resta tuttavia troppo alto.
La visita in Germania e’ stata inoltre preceduta dalle polemiche che negli ultimi giorni hanno avuto per protagonisti Bce, Bundesbank e Banca d’Italia sul problema di quali siano le terapie migliori per arginare la crisi e preparare la crescita. In Germania un ruolo importante nel confronto sul dilemma se cedere quote di sovranita’ all’ Unione europea sul fronte economico l’avra’ la sentenza, attesa per il 12 settembre, con cui la Corte costituzionale tedesca si pronuncera’ sulla legittimita’ dell’Esm, il nuovo fondo salva Stati. Un pronunciamento negativo avrebbe ripercussioni altrettanto negative sull’intera politica dell’Unione europea.
Monti e’ intanto arrivato a Bruxelles ieri sera dopo le 22 per incontrare Jose’ Manuel Barroso, presidente della Commissione europea.
Nel loro colloquio, hanno fatto il punto sulla situazione economica e sull’agenda dei prossimi appuntamenti europei che prevedono interventi per tranquillizzare i mercati e vigilanza unica dell’Unione europea sulle banche dei singoli paesi che fanno parte dell’eurozona.
Stretto riserbo sui contenuti del colloquio. Alle telecamere dei telegiornali e’ stato concesso solo di riprendere la stretta di mano tra Monti e Barroso. Il premier era accompagnato da Enzo Moavero, ministro per gli Affari europei, e da Ferdinando Nelli Feroci, ambasciatore italiano a Bruxelles. L’incontro tra i due leader è durato quasi due ore e secondo le indiscrezioni non e’ stato affatto di routine: si sarebbero affrontati tutti i temi della politica economica europea e la necessità di rilanciare l’unità politica oltre a quella economica. Altra tappa della ripresa di iniziative di Monti sul fronte europeo è quella di martedì 4 settembre, quando sarà ospite a Villa Madama il presidente francese Francois Hollande, con il quale il presidente del Consiglio ha avuto la possibilita’ in altri incontri di verificare che c’e’ maggiore sintonia con lui rispetto a quella con Angela Merkel. Lunedì Monti aveva incontrato il presidente Giorgio Napolitano per informarlo sia sui lavori della riunione del Consiglio dei ministri di venerdi’ scorso, sia sugli impegni europei del governo. Monti era stato poi ricevuto nel pomeriggio in udienza privata da Benedetto XVI nella residenza estiva di Castel Gandolfo e poi dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano. Monti e Napolitano avrebbero confermato la linea del governo rispetto all’andamento della crisi economica. La convinzione e’ che ci sia piu’ bisogno di interventi su scala europea e non meno. Da qui la scelta di premere per un ruolo piu’ attivo della Banca centrale europea e per la messa in pratica delle decisioni prese dal Consiglio europeo di fine giugno (a iniziare dallo scudo antispread non ancora in vigore).
Sul fronte casalingo, Monti dovra’ fare i conti al suo ritorno con la freddezza con cui i sindacati hanno accolto gli annunci legislativi dell’ultimo Cdm. ‘Si tratta di un elenco di titoli che ci sentiamo dire da lungo tempo e non si traducono mai in provvedimenti. Una somma di micro cose con l’idea che daranno risultati tra anni, mentre invece abbiamo tempi stretti’, commenta Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil.
E’ critico anche Luigi Angeletti, leader della Uil: ‘Il tentativo di risposta del governo alla crisi purtroppo credo non sia all’altezza della situazione dell’occupazione’. Stessa posizione quella di Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl. I sindacati sono convinti che molti provvedimenti del governo rimarranno buoni propositi perchè ormai si è di fronte agli ultimi cento-centoventi giorni di legislatura. L’esecutivo deve inoltre decidere il destino dei provvedimenti non ancora tradotti in legge che restano fermi alla Camera e al Senato, come quelli anticorruzione, intercettazioni e responsabilità civile dei giudici, sui quali il Pdl ha annunciato che non voterà eventuali richieste di voto di fiducia. C’è infine l’annuncio della presentazione in Parlamento in tempi stretti dell’annuale Legge di stabilità con relativa nota di aggiornamento al Def (il documento di economia e finanza che traccia gli impegni del governo).