Abitanti di Messina, perché io so io e voi non siete un… niente

Dopo essere stato riconfermato per diversi mandati come Presidente della Provincia e Sindaco di Messina, questo ingeneroso e ingiustificato agire “schizofrenico” del primo cittadino conferma la delusione.
Mi dimetto o non mi dimetto, mi candido alla Regione o non mi candido, la chiamano strategia politica mentre è solo teatro e neanche tanto bello.
Ieri in Consiglio Comunale la sua maggioranza, abbandonata a se stessa e frastornata, sul solco di questa presunta linea politica, tentava ancora una volta di sfogliare i petali di una margherita ormai appassita da tempo. “Si dimette, non si dimette, potrebbe anche cambiare idea…”.
La colpa è solo di chi gli ha dato consenso se siamo tutti trattati a pesci in faccia, come bambini piccoli che non hanno diritto di sentire i discorsi dei grandi e che ne devono subire solo le decisioni. Sono costoro che hanno consentito a questo Sindaco e alla sua classe politica di non assumersi responsabilità, che hanno spogliato del diritto di critica sai i cittadini che le Istituzioni, e assieme a questi, anche coloro che avevano il compito di vigilare e pretendere una serietà politico-istituzionale da colui a cui è stato affidato il mandato di amministrare la città.
Eppure è strano: ad un amministratore di condominio siamo tutti capaci di contestare anche il centesimo mentre a questo Primo Cittadino, tanto decisionista da rasentare con i suoi atti amministrativi anche l’illegalità, gli dovremmo fare l’applauso per aver messo in ginocchio la città o essere riuscito a sforare il patto di stabilità delle casse comunali. Gli dovremmo riconoscere meriti per aver completato gli svincoli di Giostra e rattoppato le strade cittadine senza renderci conto che è come se dovessimo fare l’applauso al nostro amministratore di condominio che ci cambia la lampadina del pianerottolo o ci aggiusta l’ascensore che si guasta. Non è niente di eccezionale si tratta solo di normale, ordinaria amministrazione che non comporta nessun applauso o premio.
Va recuperato il senso e il significato del mandato politico che si esprime con il voto. Non basta votare e poi spogliarsene le mani.
E come diremmo a un amministratore di condominio non abbiamo più bisogno Lei, allo stesso modo dobbiamo dire a questo Primo cittadino, non è Lei che si dimette ma è la Città di Messina che le dice: Lei è licenziato.

Pietro Giunta, responsabile "Cellula Pdci Comune di Messina"