Con il recente e triste accadimento di Udine, salgono a 36 i suicidi nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno. Lo dichiara in una nota Giuseppe Maria Meloni, presidente di Clemenza e Dignità. “Il 36, – prosegue – però è semplicemente un numero, come potrebbe essere anche il 114. I numeri, a cui costantemente si fa ricorso nella tragedia penitenziaria, – rileva – descrivono precisamente una quantità, ma gli stessi numeri da soli non sono in grado di descrivere altrettanto esaustivamente la qualità delle cose che sono assoggettate al calcolo. E’ necessario, quindi, – spiega – al di là del giudizio di disapprovazione sui comportamenti pregressi, aggiungere sempre che stiamo trattando di persone, di uomini e donne in carne ed ossa, che evidentemente avevano anche loro un volto, una storia personale, degli affetti, una fede o comunque delle speranze. Pertanto, – sottolinea – se non altro per il rispetto che meritano tutti i defunti, sarebbe cosa civile uscire finalmente dalla logica del detenuto ignoto. In sostanza, – conclude – sarebbe una bella manifestazione di progresso civile e sarebbe cosa molto utile per ricordare alla gente che stiamo vertendo di esseri umani, se i media, anzichè limitarsi a descrivere la tragedia carceraria mediante l’aritmetica dei decessi, iniziassero a fare giornalismo d’inchiesta per far conoscere al pubblico i volti e soprattutto le storie di queste persone che non ci sono più.”