La scomparsa del cardinale Carlo Maria Martini "priva la comunità dei credenti, ma anche le moltitudini di quanti non credono o non sono certi di credere, di un punto di riferimento dotato di eccezionale carisma e forte autorevolezza, uniti al profondo rispetto per ogni interlocutore". Il premier Mario Monti ricorda così, in un intervento pubblicato sul Corriere della Sera, l’arcivescovo emerito di Milano, scomparso a 85 anni. "Maestro dell’annuncio e della testimonianza del Vangelo nella nostra epoca, come e’ stato definito Carlo Maria Martini lascia un vuoto incolmabile tra coloro che hanno trovato in lui una guida intellettuale e spirituale, attraverso la parola, gli scritti, l’esempio – prosegue Monti – Ma va a prendere il posto che gli compete tra i grandi italiani ed europei che hanno contribuito a forgiare il pensiero religioso e la vita civile della nostra epoca". Aggiunge Monti parlando del rapporto personale che ha avuto con il cardinale: "Serberò per sempre la memoria, l’impronta e l’emozione degli incontri con il cardinale Martini, delle conversazioni con lui sull’educazione dei giovani, sui difficili momenti più volte vissuti dall’Italia negli ultimi trent’anni, sui ruoli della società civile e della comunità politica, sul valore dell’Europa unita, sull’impegno incessante necessario per avanzare verso quell’obiettivo, sulla forza d’animo che occorre per riprendersi dopo le inevitabili battute d’arresto". E ancora: "Poche persone, desidero riconoscerlo in questo momento, hanno influenzato i miei orientamenti e le mie scelte come Carlo Maria Martini. Sull’Europa, soprattutto. Un tema che Martini ha sempre coltivato con passione, spesso in modo profetico".