Rendicontazioni di ponteggi in realtà mai montati, attestazioni di stati di avanzamento lavori eseguiti dove invece non erano ancora iniziati, false fatturazioni di prestazioni per l’esecuzione di opere edili e certificazioni di totale rifacimento di tetti, a fronte invece di limitati lavori di sistemazione. Ancora, fatturati sia il rifacimento dell’intonaco e la ripulitura dei muri che la demolizione dei medesimi o, allegata alla pratica di finanziamento, è risultata inserita la documentazione fotografica per comprovare l’utilizzo di ponteggi riferibile però ad un edificio diverso rispetto a quello interessato.
All’Aquila scoperta dalla Guardia di Finanza una truffa sulla ricostruzione post-terremoto di numerosi condomini, ville e case, tutte nel capoluogo. Questa mattina le Fiamme gialle hanno arrestato (ai domiciliari per truffa aggravata ai danni dello Stato e reati di falso) un imprenditore edile del posto di 52 anni, C.C., sequestrato denaro ed altri beni per 700 mila euro.
In totale sono 43 le persone che risultano indagate, tra diversi tecnici per aver asseverato lavori mai eseguiti ovvero eseguiti in forma diversa da quella reale, un amministratore di condominio e alcuni proprietari di abitazioni, beneficiari dell’aiuto dello
L’indagine, coordinata dal procuratore della Repubblica del capoluogo Alfredo Rossini e diretta dal pubblico ministero Antonietta Picardi, ha fatto luce su gravi e reiterate indebite percezione di fondi pubblici e ha avuto inizio circa un anno e mezzo fa grazie a diverse denunce pervenute da cittadini terremotati onesti che, a fronte della constatazione di lavori rendicontati in misura e maniera ben diversa dal reale, hanno deciso di rivolgersi alla magistratura e alla Guardia di Finanza.
L’arrestato, che risulta iscritto alla Camera di Commercio come ‘piccolo imprenditore’ ed è titolare di una ditta individuale artigiana, all’indomani del terremoto era riuscito ad accaparrarsi un numero rilevantissimo di lavori privati di ricostruzione – oltre 160 cantieri – tanto da risultare secondo solo ad un paio di note di società di capitali operanti nell’edilizia, nella classifica degli affidamenti.
I finanzieri hanno esaminato 73 pratiche di ricostruzione affidate all’imprenditore, (2 riguardanti immobili classificati A, 66 classificati B e 5 con classifica C), rilevando irregolarità e clamorose incongruenze per 58 di esse, talvolta reiterate con caratteri di sistematicità anche per immobili del tutto diversi tra loro.
Secondo la GdF il danno complessivo causato (solo per i lavori artatamente gonfiati) supera i 700 mila euro, un importo comprensivo anche degli ingiusti guadagni percentuali conseguiti dai tecnici deputati alla direzione dei lavori, che si sono prestati a redigere false rappresentazioni delle opere eseguite.
In almeno 28 casi, sono stati rilevati elementi di coinvolgimento in capo ai privati committenti dei lavori, che hanno sottoscritto documentazione contabile non veritiera, per i quali è scattata la denuncia per concorso in truffa aggravata.
Già nei giorni scorsi i finanzieri avevano sequestrato circa 225 mila euro relativi alla ricostruzione di 37 edifici, già erogati ai beneficiari ma non ancora versati all’impresa. Per altri 470 mila euro circa, già incassati dall’impresa, la GdF ha oggi eseguito sequestri su 8 conti correnti, un’abitazione a Pescara, terreni nell’aquilano, quote societarie ed autoveicoli.