‘Annuncio ufficialmente la mia, che è la nostra, candidatura alla guida dell’Italia per i prossimi 5 anni e pongo il mio onore nel meritare la vostra fiducia, la vostra amicizia e il vostro sostegno’. Lo ha annunciato Matteo Renzi a Verona.
‘La rottamazione – ha spiegato – non è solo un fatto anagrafico: o prendiamo in mano il nostro destino, anche con umiltà, o non andiamo da nessuna parte’. Però, non è questo il momento per la ‘pigrizia’: ‘Il vero rischio è non tirare il calcio di rigore, e’ restare in panchina. Noi ci candidiamo per dire cosa immaginiamo noi per prossimi 25 anni, cosa vogliamo per i nostri figli’. A proposito della famiglia, Renzi ha ringraziato la moglie Agnese, presente in sala, e raccontato del figlio di 11 anni, ‘bersaniano’, ha detto, perchè vorrebbe che il padre stesse di più a casa.
‘Per fortuna – ha scherzato – dubito che, con qualunque regola, possa votare’. Renzi non ha risparmiato una ‘stoccata’ all’apparato del Pd. ‘C’è una burocrazia forte nel nostro partito, autorevole, capace di avere la certezza di avere già vinto, ma attenti perche’ di gioiose macchine da guerra ne abbiamo già viste. Una burocrazia forte che si fa ancora viva nell’orecchio dicendo: chi ve lo fa fare? Aspettate. Matteo hai 37 anni arrivera’ il tuo turno, stattene acquattato dietro alla leadership di qualche dirigente importante poi al momento opportuno si farà da parte. Questa città, Verona, nel 1315 a Dante offrì un patto: puoi tornare a casa purchè tu ammetta di essere colpevole. Dante disse no a questo baratto. C’è un momento in cui la dignità è più forte del compromesso e la bellezza piu’ forte della pavidità. Ci candidiamo per cercare di restituire la speranza al Paese, per raccontare i 25 anni che non abbiamo ancora vissuto’.