Sciopero di cinque giorni degli avvocati penalisti, da lunedì 17 a venerdì 21 settembre. La prossima settimana quindi i penalisti si presenteranno in aula solo per le udienze più urgenti, ossia quelle di processi a rischio prescrizione e quelle riguardanti persone detenute. Le ragioni dell`astensione sono illustrate in quattro manifesti, che verranno affissi nei tribunali in tutta Italia. Un manifesto per ciascuno dei quattro punti fondamentali del dissenso: la terzietà del giudice, le intercettazioni, le carceri, la professione forense.
Il presidente dell`Unione Camere Penali, Valerio Spigarelli, che definisce senza mezzi termini l’astensione dalle udienze dei penalisti "un gesto politico", lamenta "la mancanza di un progetto organico di riforma" e "l’assenza da parte della politica di una idea liberale della giustizia". E si chiede "se ci sarà da qui alla nuova stagione politica qualcuno che vorrà riformarla" tornando a ragionare "di assetto della magistratura, separazione delle carriere, a garanzia di una reale terzietà del giudice, di obbligatorietà dell’azione penale". Una riforma della cui necessità, sottolinea il leader Ucpi, sono una "plastica dimostrazione" le recenti vicende del conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale contro la Procura di Palermo, una "cartina di tornasole della fuoriuscita dell’assetto dai binari della Costituzione".
I penalisti chiedono anche un intervento sulle carceri e sulla "architettura della custodia cautelare"; e una revisione profonda della prassi delle intercettazioni, che "vanno riportate a quel che sono: un mezzo di ricerca della prova". "Anche il premier – ha sottolineato Spigarelli a proposito di quest’ultimo punto – ha ammesso che sono stati commessi abusi. Quello delle intercettazioni non è un problema, ormai, che viene evocato dai potenti: qualsiasi cittadino, parlando al telefono, può prendere in considerazione quest’ipotesi. Il tema va riportato alla Costituzione e alla tutela della privacy garantita dall’art. 15. L’intercettazione, come ribadito anche da sentenze della Consulta, è possibile di fronte a reato grave e la legge prescrive che debba essere attuata per tempi brevi, mentre in Italia si intercetta per anni".
Infine, il nodo della riforma forense: "Va approvata rapidamente – conclude il presidente Ucpi – i mali dell’avvocatura sono i numeri esorbitanti, con oltre 230mila avvocati in Italia, e la mancanza di specializzazioni". Un tema, questo, conclude Spigarelli, su cui "non c’e’ materia di contrattazione con il Governo: non vogliamo allungare i tempi, ora decida il Parlamento".