L’appuntamento è fissato per martedì prossimo, anche se non è detto si arriverà subito a una decisione. Quel che è certo è la Commissione per gli incarichi direttivi del Csm ha deciso di riaprire i giochi sulla nomina del nuovo procuratore generale di Palermo. Si tratta di una strada in qualche modo obbligata: a giugno la Commissione aveva indicato due candidature alternative: la maggioranza (3 voti) aveva sostenuto l’attuale procuratore Francesco Messineo, la minoranza (2 voti) il pg di Caltanissetta Roberto Scarpinato. Ma quella proposta di delibera è rimasta senza motivazioni. E intanto e’ cambiata quasi totalmente la composizione della Commissione con l’ingresso di quattro nuovi consiglieri. Di qui la decisione di una nuova delibera, così come si farà per altre 40 proposte di nomina a incarichi direttivi licenziate dalla vecchia Commissione senza pero’ il necessario corredo delle motivazioni. E se saranno destinate quasi certamente alla conferma quelle che avevano ottenuto l’unanimità, per quelle che avevano diviso si potrebbe ripartire da zero, prendendo anche in considerazione candidati diversi da quelli precedentemente indicati; come, per Palermo, il procuratore di Messina Guido Lo Forte, che non ha mai revocato la sua domanda per la procura generale. D’altra parte da giugno il quadro e’ molto cambiato e i due iniziali concorrenti per il vertice della procura generale del capoluogo siciliano sembrano meno solidi di allora. Su Scarpinato e’ stato aperto un fascicolo in Prima Commissione, quella competente sui trasferimenti d’ufficio per incompatibilita’ dei magistrati, per l’intervento pronunciato in occasione della cerimonia di commemorazione della strage di via D’Amelio, in cui aveva definito ‘imbarazzante’ la presenza tra le autorita’ di ‘personaggi dal passato e dal presente equivoco’. Un’iniziativa contestata dall’Anm e da piu’ di 500 magistrati che hanno scritto al Csm, esprimendo solidarieta’ al collega. Meno forte di allora anche la candidatura di Messineo, a cui non hanno giovato le polemiche sull’inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia e su cui pesano le vicende giudiziarie del cognato, accusato di estorsione.
Intanto resta senza capo un’altra procura siciliana: accogliendo la richiesta del ministro della Giustizia Severino, la sezione disciplinare del Csm ha trasferito d’ufficio con un provvedimento d’urgenza il procuratore di Siracusa Ugo Rossi e il sostituto Maurizio Musco. L’accusa ai magistrati di aver violato i loro doveri si riferisce alla conduzione di inchieste che hanno visto coinvolti familiari e persone a loro legate e in cui erano in gioco interessi patrimoniali.