Una cosa è sostenere Renata Polverini e governare con il Pdl per contrastare l’ascesa della ‘laicissima’ Emma Bonino, altra è continuare ad appoggiare la governatrice dopo lo scandalo ‘ostriche&champagne’. Per questo l’Udc è a un bivio, di fronte alla crisi innescata dallo scandalo Fiorito. Continuare a tenere in vita una giunta fiaccata da affondi giudiziari e mediatici o staccare la spina del governo di Renata, questo è il dilemma. Un dilemma che ha scosso in queste ore il quartier generale centrista, riproponendo questioni già affrontate per altri dossier regionali. Da una parte c’è Pier Ferdinando Casini, alleato del Pd in Sicilia alle Regionali di ottobre e pronto a un patto progressisti-moderati in vista delle Politiche. Dall’altra c’è l’Udc laziale, che conta due assessori (Ciocchetti è anche vicepresidente) e cinque consiglieri filo Polverini e che difficilmente intende mollare poltrone fondamentali in una regione chiave.
"Renata cara, ti devi rendere conto di quello che sta capitando.
Devi rendertene conto beneà", ha buttato lì Casini telefonando all’ex leader sindacale. Non una richiesta esplicita di dimissioni, ma di riflessione. Alla quale è seguita una presa di posizione critica del segretario Cesa, che ha messo in dubbio quel sostegno incondizionato che aveva invece promesso poche ore Ciocchetti.
La verità è che Polverini, ospite acclamata e lodata alla festa Udc di Chianciano, da tempo tesseva un rapporto con Pier Ferdinando. E, nonostante le smentite, l’idea di riunire sotto la stessa bandiera Renata ed Emma (Marcegaglia, anche lei ospite della convention toscana) aveva stuzzicato la fantasia di Casini. Una manovra che avrebbe proiettato la governatrice sulla scena nazionale e condotto al voto il Lazio nel 2013, con l’obiettivo di emarginare il Pdl. Ma lo scandalo è piombato improvviso, Polverini ha deciso per ora di restare al suo posto, l’Udc ha frenato su convergenze future ma ha promesso fiducia. Che però, secondo molti, resta a tempo.
A tempo, perché qualche problema in termini di immagine potrebbe sorgere se si moltiplicassero, ad esempio, le rivelazioni sul caso Fiorito. E poi perché al Comune di Roma i centristi si oppongono ad Alemanno, che governa con il Pdl, mentre in Regione i casiniani sostengono Polverini, che regge la giunta grazie sempre allo stesso Pdl. Al momento, però, l’Udc non intende abbandonare Renata nel momento del bisogno. Un po’ perché il ras del partito, Luciano Ciocchetti, è da sempre vicino al centrodestra. Un po’ perché gli assessorati pesano. Un po’ perché una posizione attendista, in giorni di scandali, resta per molti la più ragionevole.
Insomma, il ribaltone resta congelato, ma dietro l’angolo. Perché ai centristi non dispiacerebbe replicare nel Lazio lo schema siciliano, stavolta con un uomo di Casini alla Presidenza.
Bisognerà attendere gli sviluppi dell’inchiesta e gli equilibri nazionali in via di definizione. Mollerà Polverini? Staccherà la spina l’Udc? Di certo la partita del Lazio è lontana dal considerarsi conclusa.