Sicilia continua a bruciare. Le fiamme, alimentate dal forte vento di scirocco e dall’elevate temperature di questi giorni, hanno mandato in fumo migliaia di ettari di macchia in undici fronti di fuoco compresi tra le province di Palermo, Messina ed Enna.
Numerosi gli interventi dei mezzi aerei, tra Canadair ed elicotteri, concentrati prevalentemente tra i comuni delle Madonie e dei Nebrodi. Dopo l’ampio rogo che ha coinvolto il territorio di Cefalù e Gibilmanna, incendi si sono registrati anche a Tusa, a Patti, a Caccamo e a San Mauro Castelverde.
Ieri, intanto, il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, è tornato sulla polemica relativa all’insufficienza dei soccorsi. "Il fuoco poteva essere domato tranquillamente con il Canadair – ha detto il sindaco – se non fosse andato via alle 16 del pomeriggio.
Quest’anno Cefalù poteva riuscire a restare indenne dalla mano criminale che ogni anno la fa da padrona nelle nostre zone. Tutto questo è intollerabile, come è intollerabile quest’azione di coordinamento regionale per i velivoli che a mio parere dev’essere migliorato e più presente sul territorio. Non è possibile che il Canadair, che con pochi voli avrebbe risolto l’emergenza, sia andato via così presto".